Il mercato dell'auto italiano registra un andamento negativo anche a febbraio, con un ulteriore peggioramento rispetto alle perdite di gennaio. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, lo scorso mese sono state immatricolate 163.793 vetture, l'8,8% in meno rispetto a un anno fa. La brusca frenata è legata soprattutto dalla debole fiducia delle imprese e dei consumatori, a causa del rallentamento dell’economia e, in parte, anche alla diffusione dell'epidemia del coronavirus, causa della relativa paralisi dell’attività delle concessionarie (soprattutto in alcune zone del Nord Italia). Con il -5,9% di gennaio, determinato a sua volta dalla decisione delle Case di spingere le vendite per anticipare l'entrata in vigore delle nuove norme sulle emissioni, i primi due mesi dell'anno evidenziano un calo del 7,34% (pari a 318.545 immatricolazioni)
FCA va meglio del mercato. Seppur in calo, il gruppo FCA chiudeanche febbraio con un andamento migliore del trend di mercato: le immatricolazioni sono a quota 41.499, pari a un decremento del 6,93% rispetto a gennaio. Tra i vari marchi la Fiat, con 27.801 registrazioni, segna un aumento del 4,4%, ma va bene anche la Lancia con 5.948 unità e un +2,18%. Male tutti gli altri brand: -40,31% per la Jeep (5.648 unità immatricolate), -19,57% per l'Alfa Romeo (1.903 auto) e -40,86% per la Maserati (152 registrazioni).
In discesa PSA. Il gruppo PSA, con 26.512 immatricolazioni, subisce una flessione del 12,66%. L'unica marca a crescere è la DS, con un +182,04% e 691 vetture immatricolate. Perdono terreno la Citroën (-12,39% e 8.015 immatricolazioni), la Peugeot (-4,27% e 10.811 unità) e la Opel (-27,66% e 6.974 registrazioni).
Wolfsburg in crescita. Il gruppo Volkswagen continua, al contrario, a mostrare un andamento positivo: le immatricolazioni, pari a 27.732 unità, crescono del 4,42% grazie al contributo positivo di tutti i marchi. Il brand omonimo sale dell'1,23% (16.172 unità), l'Audi del 2,78% (5.840), la Seat del 10,88% (2.883) e la Skoda del 23,49% (2.807). Bene anche la Lamborghini, con 30 immatricolazioni (+3,45%).
In flessione anche Renault e Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault, con 14.134 immatricolazioni e un calo dell'11,52%, frutto di una contrazione del 29,79% per la Dacia e dello 0,27% per la marca omonima. In flessione anche la Ford, con 10.773 registrazioni e un -6,12%.
Scendono Daimler e BMW. Trend negativo anche per le immatricolazioni della BMW e della Daimler. Il costruttore bavarese, con 6.922 registrazioni, perde il 10,28%: marchio dell'Elica scende del 9,56% (5.130 unità) e la Mini del 12,29% (1.792). Il gruppo di Stoccarda immatricola 5.080 veicoli e registra un -31,66% con la Mercedes-Benz (4.747 unità, in discesa del 20,54%) e un -77,18% (pari a 33 veicoli) con la Smart, impegnata nella transizione elettrica.
Giapponesi in difficoltà. Tra i costruttori orientali, tutte le Case nipponiche sono in territorio negativo. Il gruppo Toyota, con 8.058 immatricolazioni, arretra dell'8%, con il marchio omonimo in flessione del 10,97% (7.501 auto) e la Lexus in ascesa del 66,77% (557 registrazioni). La Nissan perde il 18,67% (3.711 immatricolazioni), la Honda il 16,5% (759), la Suzuki l'8,92% (3.207), la Mitsubishi il 26,45% (559), la Subaru il 5,54% (273) e la Mazda il 3,52% (1.042). Rimanendo tra i produttori asiatici, la coreana Hyundai perde il 14,21% (3.555 unità) mentre la consociata Kia guadagna il 10,71% (4.539 auto).
Scende la Volvo, boom per la Tesla. Sempre nel segmento premium la Volvo, con 1.409 immatricolazioni, subisce un calo del 25,09%. Male anche il gruppo Jaguar Land Rover: le registrazioni sono 1.596 (-50,31%), di cui 436 per il marchio del giaguaro (-61,42%) e 1.160 per il brand dei fuoristrada (-44,28%). Prosegue il boom della Tesla, con una crescita del 168,75% e 258 immatricolazioni.
Panda sempre regina. La Panda è sempre in testa alla classifica dei modelli più popolari, grazie a 14.507 immatricolazioni. Al secondo posto, ben distanziata, si piazza la Lancia Ypsilon con 5.949 unità, mentre al terzo c'è la Renault Clio con 4.301 vetture. Seguono, nell'ordine, la Fiat 500 (3.828), la Fiat 500X (3.598), la Jeep Renegade (3.456), la Citroën C3 (3.412), la Peugeot 208 (3.395), la Volkswagen T-Roc (3.294) e la Volkswagen T-Cross (3.195).
Nuovo boom per le elettriche. Sul fronte delle alimentazioni, i dati mostrano ancora un vero e proprio boom per le elettriche, mentre prosegue inesorabile il crollo del diesel. Le auto a batteria assistono, infatti, a una crescita del 900% e arrivano all'1,5% del mercato (0,1% nel febbraio 2019). Bene anche le ibride con un +90,6% e una penetrazione salita dal 5,3% all'11%. Le motorizzazioni a gasolio perdono, invece, il 29,4% e scendono dal 45,1% al 34,8%. In calo anche la benzina (-3,2%, anche se la quota di mercato sale dal 42,5% al 44,9%. In territorio negativo anche le Gpl (-12%), mentre il metano guadagna terreno con un +79,9%.
Crollano i privati, bene il noleggio. In termini di canali di vendita, sono ancora una volta i privati a lanciare segnali negativi, con una contrazione del 19%. Le società perdono, invece, il 12,9%, con le immatricolazioni in flessione del 12%. Al contrario, il noleggio mette a segno una crescita del 19,1% grazie al +28,8% della componente del breve termine e al +18,2% del lungo termine.
Ancora in contrazione l'usato. Infine, risulta ancora in contrazione il mercato delle auto usate. I trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture, pari a 336.634, calano del 7,28% rispetto a un anno fa. Nel primo bimestre la flessione è stata dell'8,84% (675.388 trasferimenti).
Il commento dell'Unrae. "In un contesto di grande incertezza, con un mercato delle autovetture già di per sé depresso si inserisce la crisi da coronavirus, la cui durata e impatto sono al momento ancora tutti da vedere", ha commentato Michele Crisci, presidente dell’Unrae (Associazione delle Case automobilistiche estere), paventando il rischio di "un intero settore in ginocchio. L’assenza di traffico nelle concessionarie, pur non impattando, se non in modo marginale, il risultato del mese scorso, lascia purtroppo presagire un crollo delle immatricolazioni nei prossimi mesi. I dati di febbraio non riflettono ancora direttamente l'impatto del coronavirus, "ma lasciano presagire il rischio di chiudere l'anno con un mercato più vicino a un milione e mezzo di immatricolazioni, che non al milione e novecentomila stimato fino a poche settimane fa. Numeri che richiamano alla memoria il punto più basso del mercato, quello del 2013. L'Unrae chiede al governo di far fronte con urgenza alla crisi in atto, anche al di là delle misure poste in essere per le zone più colpite".
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