Qualcuno diceva che “l’epoca delle citycar è finita”. Niente di più sbagliato. Con il pacchetto Automotive presentato ieri dalla Commissione europea, contenente misure per aiutare i costruttori europei a tornare competitivi, ha cominciato a prendere forma anche la categoria delle E-Car, sulla quale abbiamo discusso e ragionato per mesi, ipotizzando (anche sull’onda di quanto proposto da diverse figure di rilievo, a cominciare da Luca de Meo) una soluzione analoga a quella delle kei car giapponesi.
Le “E-Car” già in commercio
La strada scelta dalla Commissione europea, che in qualche misura si limita a riprendere quella già intrapresa dai costruttori, inserisce nelle Small Affordable Cars “veicoli elettrici fino a 4,2 metri di lunghezza”.
Pur restando sul tavolo alcuni dettagli di non poco conto (a partire dalla definizione di “auto prodotte all’interno dell’Unione Europea”, che si presta a molti distinguo e sottolineature, si veda il caso delle batterie), in questa classificazione rientrano potenzialmente tantissimi modelli già oggi in commercio, di segmento A e B: le Fiat 500e e 600e (anche nelle varianti sportive Abarth), la Fiat Grande Panda, la Citroën eC3, la Lancia Ypsilon, la Renault 5 (e la gemella Alpine A290) e la Renault 4, la Dacia Spring, la Jeep Avenger, la DS 3, la Peugeot 208, le Opel Corsa e Mokka.
Poi, certo, resta da capire cosa Bruxelles intenda per "affordable", cioè "conveniente", ma sul fronte delle dimensioni ci siamo già.
I super crediti
Le E-Car beneficeranno di “supercrediti”, con un fattore di calcolo di 1,3 ai fini del rispetto dell'obiettivo di C02: una misura incentivante che stimolerà le Case ad ampliare l’offerta di piccole a batteria, e al tempo stesso permetterà di continuare a offrire modelli termici. Ai governi il compito, una volta definita in maniera precisa la categoria delle E-Car, di lavorare a misure strutturali (legate a incentivi, ma anche di natura fiscale) per favorirne la diffusione.
Le novità in arrivo nel 2026
Anche alla luce di quanto presentato nei giorni scorsi dalla Commissione europea, l’elenco delle auto che potrebbero (il condizionale è d’obbligo) rientrare nella categoria delle E-Car è destinato ad ampliarsi in maniera considerevole. Ecco alcune delle principali novità in arrivo nel 2026.
Cupra Raval
La prima delle quattro elettriche compatte del gruppo Volkswagen, ha linee sportive e motori da 211 a 226 CV, autonomie fino a 420 chilometri e un prezzo di partenza di circa 26 mila euro.
Dacia Hipster
Dopo la concept presentata nelle scorse settimane, la Casa di Mioveni si prepara a lanciare una elettrica compatta, costruita sulla base della Twingo, con linee squadrate e robuste, con un prezzo che potrebbe essere inferiore a 15 mila euro.
Renault Twingo
La rivisitazione in chiave elettrica della citycar degli anni Novanta monta un motore da 80 CV e una batteria da 27,5 kWh (263 km di autonomia dichiarata). Già ordinabile, parte da 21.100 euro, ma a primavera 2026 arriverà la variante più economica da 19.500 euro.
Skoda Epiq
Quattro metri e dieci per l’auto che affiancherà la Kamiq nella gamma della Casa boema. A Monaco è stato presentata la showcar che ne anticipa le linee. Anche per lei, prezzi attorno ai 25 mila euro.
Smart #2
Verrà presentata ufficialmente entro la fine del 2026, e sarà l’erede full electric della fortwo. I primi test su strada sono già iniziati.
Volkswagen ID. Polo
L’abbiamo appena provata nella sua variante più potente in vista della presentazione, che sarà il prossimo aprile. Insieme alla sorella a ruote inaugura la nuova strategia di naming della Casa tedesca, che abbandona i numeri e riprende le denominazioni dei modelli termici a cui si affianca.
Volkswagen ID. Cross
Costruita, come le altre compatte del gruppo, sulla nuova piattaforma Meb+, si posizionerà accanto alla T-Cross. Avrà motori da 211 CV e autonomie fino a 420 chilometri.
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