Katrin Adt si è insediata al vertice della Dacia in un momento cruciale. Il suo predecessore, Denis Le Vot, ha lasciato l'azienda a poche settimane dall'uscita di scena - ancor più eclatante - di Luca De Meo. E nel mentre, dietro le quinte, fervevano gli ultimi preparativi per il lancio dell'anno: quello della Hipster Concept, promessa di piccola elettrica urbana (o E-Car che dir si voglia) con l'ambizione di essere alla portata di molte tasche. Una sfida che la nuova ad tedesca ha già fatto sua: "Potremmo metterla sul mercato nella metà inferiore della fascia 10-20 mila euro", ha detto Adt alla sua prima uscita pubblica.
Sotto il segmento A
La dirigente, arrivata a Parigi dal Mercedes-Benz Group, ha sulle spalle 26 anni di esperienza nel settore auto, nei quali ha ricoperto tra gli altri ruoli quello di amministratore delegato del marchio Smart. E sul ruolo della Dacia ha già le idee chiare: "È nel nostro Dna offrire sempre il prodotto più accessibile del segmento. E con la Hipster saremo sotto il segmento A, nel quale noi siamo già presenti sotto i 18 mila euro con la Spring. Ovviamente non esiste ancora un prezzo preciso, ma si potrebbe collocare molto più in basso, nella fascia che ho indicato".

La Hipster si farà, ma servono le regole
Il nuovo ceo del marchio parla della piccola cittadina nei termini di un progetto a uno stadio avanzato: "Come vedete l’auto si muove e non è una concept allo stadio iniziale. Ora dobbiamo capire come fare i prossimi step in termini di tecnologia e regole, ma abbiamo in casa tutto quello che ci serve per farla. Ci stiamo lavorando. E se si presenta l’opportunità, vogliamo metterla in produzione".
Un messaggio chiaro di fattibilità, anche in tempi brevi, rivolto da un lato al legislatore di Bruxelles - a più riprese esortato da De Meo a ricercare una formula regolamentare simile a quella delle kei car giapponesi - e dall'altro ai competitor esterni (magari cinesi) interessati al segmento: "Non sarebbe nello spirito di Dacia aspettare che qualche concorrente ci anticipi, perché noi siamo storicamente bravi ad aprire nuovi mercati. E questa resta ancora una nostra ambizione per il futuro".

Dacia è cambiata
Il tema della continuità, del resto, è ben presente al nuovo ad. Che vuole continuare a proporre al pubblico delle Dacia che siano vere Dacia: "Negli ultimi cinque anni avete visto la trasformazione del brand da low cost a value for money: continueremo a lavorare in quella direzione, anche se il successo nel futuro potrebbe richiedere ingredienti diversi, perché il mercato è cambiato, sono arrivati nuovi concorrenti e la mobilità elettrica si avvicina a grandi passi".

L'elettrico è "lento", ma la direzione è chiara
Ma proprio in questo periodo di transizione sarà necessario tenere a mente un altro concetto chiave: quello della flessibilità. "Rimarrà uno dei punti di forza del brand e continueremo a offrire il ventaglio più ampio possibile di powertrain. La mobilità elettrica richiede nuove abitudini ai clienti e cambiarle è sempre difficile ma è anche questione di tempo", osserva Adt. "Si vede da come sta evolvendo il mercato: forse l'elettrico non sta prendendo piede alla velocità che immaginavamo qualche anno fa, ma la direzione è chiara". A maggior ragione se le auto arriveranno nella fascia di prezzo promessa dalla Hipster.
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