Benedetta Arese Lucini lascia Uber. Oggi (ma l'accordo, consensuale, è di un paio di giorni fa), la general manager italiana della controversa società di Travis Kalanick ha rassegnato le dimissioni, lasciando il proprio posto al suo "secondo", Carlo Tursi, ingegnere responsabile della divisione romana da circa un anno e mezzo.
Le proteste e le offese. Arese Lucini, 31 anni, ha guidato tutte le fasi dello sbarco italiano: dagli esordi con Black (le berline nere originali) e le prime polemiche con i taxi e i rappresentanti NCC, nel febbraio del 2013, fino al debutto di UberPop, contestatissimo servizio con autisti privati, bollato come "illegale" dal ministero dei Trasporti e bloccato a fine maggio dal Tribunale di Milano, decisione confermata lo scorso 9 luglio. In tutto questo, la manager è stata anche bersaglio di iniziative vergognose, con insulti personali, striscioni e manifesti sparpagliati per tutta Milano e persino davanti alla sua abitazione. Per questo, le era stata anche assegnata una scorta.
Separazione consensuale. Da oggi, tutto questo resta alle spalle: "Il rapporto tra Uber e Benedetta Arese Lucini si è concluso di comune accordo – ha fatto sapere Uber - Le siamo grati per la passione e il contributo che ha dato all’azienda e le auguriamo il meglio per le sue future avventure professionali". A proposito, pare che le offerte non manchino, e che dopo un breve periodo di ferie l'ex Uber si dedicherà a una nuova e ancora non meglio precisata avventura. E mentre il nuovo general manager si trova ad affrontare una situazione delicata, dal fronte dei tassisti arrivano le prime reazioni, tra cui quella di Giovanni Maggiolo, rappresentante di Unica Filt-Cgil: "È tramontata l'era della Lucini. Ne arriva un altro, non si fermano. Non ci fermiamo nemmeno noi".
Redazione online
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