L’Aniasa, l’associazione che riunisce le società di noleggio e nuova mobilità operanti in Italia, ha diffuso una nota nella quale reagisce alla cancellazione dal decreto Milleproroghe degli emendamenti che prevedevano il rinvio dell’entrata in vigore della norma che cambia il criterio di tassazione delle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti, inserita nell’ultima Legge di Bilancio, e la salvaguardia per le vetture immatricolate fino al 31 dicembre. “Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese (già penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ai competitor europei), l’industria automotive per la conseguente riduzione di nuove immatricolazioni, il rinnovo del parco circolante e l’Erario (che incasserà oltre 125 milioni in meno solo per quest’anno)”, è il commento dell’organizzazione sulla scelta della commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere o far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l’impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit.

Un rischio in più. L’Aniasa sottolinea in particolare l’immotivato respingimento dell’emendamento che prevedeva una clausola di salvaguardia per le vetture immatricolate prima del 1° gennaio 2025, e di quello che proponeva un “saggio slittamento della norma al prossimo luglio”. L’organizzazione evoca inoltre il rischio che la precedente regolamentazione, sostituita da quella entrata in vigore l’1 gennaio di quest’anno, non sia più applicabile alle auto assegnate e immatricolate fino al 31 dicembre 2024. Il motivo, come spiegato dal nostro articolo di giovedì 13 febbraio, è che l’intervento sul Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) senza prevedere una specifica clausola di salvaguardia del pregresso, possa nel 2025 far perdere alle vetture consegnate fino al 31 dicembre 2024 la determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle Aci. “Un passo indietro al regime analitico del 1997”, sostiene ancora il comunicato dell’Aniasa, e “un significativo aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, della tassazione per questi soggetti, nonostante si tratti degli stessi veicoli già concessi in uso dall’azienda”. Per questo, sostiene l’associazione, il governo deve intervenire per mantenere invariata la disciplina fiscale per le assegnazioni effettuate prima del 2025, come si desume indirettamente dalla relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2025. Alberto Viano, presidente dell’Aniasa, rivela infine che “gran parte delle aziende, già in questo primo scorcio dell’anno, segnalano come le società clienti stiano privilegiando la scelta di prolungare i contratti in essere anziché rinnovarli, per provare a sfuggire ai notevoli aumenti previsti dalla nuova norma”, a causa della mancata considerazione, da parte del governo, “per le buste paga di 1 milione di contribuenti, per la transizione ecologica del nostro parco circolante e per l’industria automotive, già in forte sofferenza”.
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