Infotainment, navigazione, smartphone sempre più integrati e una pioggia di applicazioni per personalizzare i propri sistemi, meglio se open source. Secondo una recentissima ricerca realizzata per Johnson Controls, negli automobilisti americani c'è una voglia matta di digitale ed elettronica di consumo. Da usare rigorosamente a bordo. E viste le recenti presentazioni al CES di Las Vegas, soprattutto quelle di Ford e General Motors, la strada sembra tracciata: prepariamoci, nei prossimi anni, a una vera invasione "tech", da installare sui (e nei) nostri cruscotti.
Internet a bordo. I numeri del sondaggio, realizzato da Harris Interactive, parlano chiaro. Su un campione di 2.135 adulti consultati, l'84% dice di voler controllare le caratteristiche della propria auto attraverso un sistema di infotainment touch-screen. Quasi altrettanti automobilisti Usa, l'83%, chiedono che gli aggiornamenti siano scaricabili via wireless; mentre il 76% vorrebbe connettersi a Internet attraverso l'auto, ormai intesa come un hotspot a tutti gli effetti. E ancora: il 67% vorrebbe scaricare applicazioni direttamente in auto e il 61% userebbe anche la propria carta di credito per fare acquisti a bordo. Anche nella scelta del modello, il 75% mette la sicurezza sopra a tutto, ma il 49% bada anche alla qualità della diagnostica e il 42 alla navigazione.
Come sullo smartphone. Dati interessanti anche sull'utilizzo degli smartphone in auto: le app più diffuse riguardano mappe e navigazione (52%), notizie (45%) o prodotti in grado di assistere il pilota nella ricerca di luoghi di interesse (34%). Nota molto rilevante per le Case: il 62% degli oltre duemila intervistati ammette inoltre di avere una "preferenza" su dove acquistare le app da scaricare sulla propria automobile, e di questi il 60% preferirebbe "canali tradizionali" esistenti (per esempio, l'App Store), il 38% una nuova piattaforma dedicata ad app specifiche per le auto e il 37% il sito web di chi realizza le app. Infine, il 64% di chi scarica abitualmente software per smartphone gradirebbe che i menù sugli schermi delle proprie auto fossero gli stessi che appaiono sui propri telefonini.
Produttori all'arrembaggio. Su questi numeri, la stessa Johnson Controls sta sviluppando progetti ad hoc, tra cui il suo primo sistema infotainment che apparirà nel 2014. Ma come Quattroruote ha già scritto, il destino "digitale" dell'auto è inevitabile ed è sempre più aperto ai contributi di terze parti: Ford e GM hanno giocato d'anticipo lanciando piattaforme open source per lo sviluppo dei loro sistemi di infotainment (Sync AppLink la prima, MyLink la seconda), Parrot lo ha fatto per i suoi Asteroid e altri sono in arrivo.
Tutti pancia a terra sulle applicazioni. La ragione è semplice: come da sempre insegna il mercato dell'elettronica di consumo, la chiave del successo di un prodotto sta non solo nelle sue specifiche nude e crude, ma soprattutto nella qualità e numero delle aziende che lo supportano: più software significa maggior versatilità, più richiesta, dunque più utenti e più vendite.
I produttori lo hanno capito. E anche nell'industria automotive, le "app" sono diventato il business del momento. Non è un caso che al Ces di Las Vegas il Car Connectivty Consortium (formato dall'80% tra cui BMW, Hyundai, Toyota, Honda, Fiat e Volkswagen), dal 70% dei produttori di smartphone e da aziende aftermarket (ad esempio Alpine) abbia rilanciato MirrorLink, standard globale per la connettività auto-smartphone messo a punto dalla Nokia. L'obiettivo, dichiarato, è quello di "monopolizzare il mercato globale" con app compatibili con MirrorLink: ecco perché il consorzio, per ampliare il più possibile il supporto esterno, ha recentemente spalancato le porte agli sviluppatori di applicazioni. Un appuntamento ufficiale c'è già, il prossimo 26 febbraio, alla prima MirrorLink DevCon, ospitata dal Mobile World Congress.
Davide Comunello
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