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Aston Martin
Vanquish, lunga vita al V12 (senza l'elettrico) - VIDEO

Non più di mille esemplari l’anno (di cui 300 destinati all’Europa), prezzi da 400 mila euro a salire e un nome di ritorno per l’auto che rappresenta la nuova punta di diamante delle sportive Aston Martin con motore anteriore, ovviamente V12. La nuova Vanquish raccoglie il testimone della DBS e, numeri alla mano, si spinge ben oltre. Dai 770 cavalli offerti dal precedente modello nella serie speciale Ultimate si passa infatti a 835, conditi da ben 1.000 Nm di coppia. Il tutto senza che il 12 cilindri ceda alle lusinghe dell’elettrificazione e, in generale, senza che la tecnologia diventi pervasiva in questa biposto, fedele alla ricetta tipica della Casa sul fronte del piacere di guida: ossia, motore anteriore e trazione (solo) posteriore. Le consegne inizieranno alla fine del 2024.

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Aston Martin Vanquish: la nuova generazione

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Il motore

Il progetto Vanquish parte da una profonda rivisitazione del V12, che mantiene una cilindrata di 5.2 litri, arrivando però a una potenza specifica di 160 CV per litro: cioè, dove non osa nemmeno la Valkyrie, hypercar da 1.000 CV della Casa inglese. Tra le varie modifiche, l’introduzione di nuovi turbocompressori, dall’inerzia ridotta (per una maggiore reattività) e capaci di agire a una velocità massima più elevata, cresciuta del 15%. Ma anche l’arrivo di iniettori dalla portata maggiorata e una specifica funzione, chiamata Boost Reserve, che aumenta la pressione di sovralimentazione del turbo più di quanto normalmente richiesto nelle accelerazioni parziali, per poi rilasciarla quando il driver richiede la massima potenza e coppia. Sulla Vanquish il cambio è uno ZF a 8 rapporti, abbinato a un differenziale elettronico posteriore che lavora in simbiosi con un Esp tanto rapido quanto sofisticato nelle sue logiche d’intervento. Parlando di prestazioni, l’inglese scatta da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi e tocca i 345 km/h di punta massima. Carboceramico di serie, l’impianto frenante prevede dischi da 410 mm all’anteriore e da 360 al posteriore, mentre sui cerchi da 21’’ sono montati pneumatici Pirelli P Zero ad hoc.

Dimensioni e assetto

Lunga 4,85 metri, larga 2,04 e alta 1,29, la nuova “halo car” di Gaydon mantiene l’impostazione della DBS. Il passo è stato però allungato (+8 cm, per arrivare a 2,88 metri: un aumento concentrato nella zona tra il montante A e l’asse anteriore) a favore della stabilità e lo chassis d’alluminio irrigidito per favorire l’equilibrio dinamico e generare un feeling ultra diretto tra guidatore e macchina. Più rigidi anche i punti di fissaggio delle sospensioni, che sfruttano ammortizzatori adattivi Bilstein DTX per garantire livelli di smorzamento più progressivi tra le varie modalità di guida che si possono impostare, dalle più turistiche a quelle sportive. Varia a seconda delle driving mode anche lo sterzo elettronico, che è stato ricalibrato in chiave sportiva.

Design

La regina delle GT di Gaydon, dunque, verso l’alto in termini di performance. E lo stile, pur in continuità con la DBS, lo dà a vedere in alcuni particolari, come le due vistose prese d’aria sul cofano scolpito o la griglia più grande, per raffreddare maggiormente il motore. Sul lato B, sette “lamelle” di Led - un elemento ripreso dalla Valkyrie - sottolineano lo "scudo" su cui è ripotato il nome della Casa, che può avere finiture di fibra di carbonio o replicare il colore della carrozzeria. Da segnalare, tra gli elementi che dettano il look della nuova V12, anche il tetto panoramico – di serie – e il nuovo diffusore con quattro terminali. In opzione è possibile avere uno scarico in titanio che, rispetto a quello standard, in acciaio inossidabile, pesa 10,5 chili in meno.

Vanquish, lunga vita al V12 (senza l'elettrico) - VIDEO

Interni

In un’epoca in cui la digitalizzazione è sempre più protagonista, l’abitacolo della Vanquish sfoggia un lusso che si tocca letteralmente con mano. E riserva all’interfaccia uomo-macchina una buona dose di comandi fisici, forse un po’ troppo concentrati nella parte bassa della console centrale, ma tutti facilmente a portata. Il touch screen dell’infotainment, da 10,5 pollici, è montato in posizione ribassata e si abbina a una strumentazione digitale da 10,25”. Di serie, gli interni offrono i sedili Sports Plus rivestiti di pelle, ma come optional si possono ordinare i Performance Seat con finiture in fibra di carbonio. Sempre a richiesta, è disponibile un set di valigie personalizzato che si può riporre in uno scomparto ricavato dietro le due sedute. L’impianto stereo, con 15 ripetitori, è firmato Bowers & Wilkins.     

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