La BMW di serie più veloce? La M4, direte voi. Sbagliato. La M6? Nemmeno. Con 610 cavalli, 800 Nm, uno 0-100 in soli 3,7 secondi e una velocità di punta di 305 km/h (con il pacchetto optional M Driver’s Package) il più rapido dei modelli di Monaco è la nuova M760 Li xDrive.
V12 biturbo e trazione integrale. Questi numeri da supercar sono dovuti all’inedito V12 biturbo di 6.6 litri a iniezione diretta e distribuzione bialbero con doppio variatore di fase Vanos, che rinnova la tradizione dei V12 BMW iniziata trent’anni fa con l’unità di cinque litri da 300 CV montata sulla Serie 7 E32. Per tenere a bada tutta la cavalleria del dodici cilindri, la Casa ha adottato la trazione integrale xDrive, il retrotreno con sterzatura automatica, le sospensioni pneumatiche e le barre antirollio attive. A tutto ciò s’aggiungono pneumatici Michelin Pilot Super Sport 245/40 davanti e 275/35 dietro calzati su cerchi da 20 pollici.

Passo lungo. Il corpo vettura a passo lungo, che porta la M760 Li a misurare ben 524 centimetri, è da limousine, ma il look è aggressivo grazie a dettagli sportivi quali i cerchi di lega specifici, le pinze freno M Performance verniciate di blu metallizzato, lo scudo paraurti ridisegnato e la verniciatura grigio antracite opaco. L’abitacolo, invece, è lussuosissimo, come è imprescindibile in una Serie 7. Volendo, si può ordinare la versione Excellence, che anche all’esterno cela la vera natura di questa supercar.

Guidati da Farfus. La prima presa di contatto con la M760 Li è avvenuta nel BMW Performance Center di Thermal, in California, non lontano da Palm Springs. A guidarmi nel tracciato di prova è Augusto Farfus Jr, pilota ufficiale della Casa. Salendo a bordo, non mi sorprende notare che il motore è già acceso, ma non si sente: lo si capisce solo dalla lancetta del contagiri poco sotto la tacca dei 1.000. I primi passi nel percorso utilizzato come scuola di guida sportiva per i clienti BMW servono per prendere confidenza con la vettura, che al volante non sembra così grande e pesante (circa 2.255 kg): il merito è del retrotreno, che alle basse andature sterza le ruote in controfase (lo noto osservando la vettura di Farfus, che mi precede) migliorando la maneggevolezza, mentre a quelle più elevate la sterzatura è in fase, a tutto vantaggio della stabilità. Selezionando la posizione Sport del selettore delle modalità di guida, la musica, letteralmente, cambia, perché le farfalle inserite nella doppia linea di scarico si aprono e danno libero sfogo alla voce del motore, che si fa possente. Si modificano, poi, i settaggi di sterzo, trasmissione e sospensioni. Tutto ciò rende la M760 più reattiva e coinvolgente: il motore è potentissimo e propelle la vettura in pochi istanti a velocità da ritiro patente (c’è pure il launch control per sfruttare al massimo l’accelerazione da fermi) e la collaborazione fra la trazione integrale, il retrotreno con sterzatura automatica e le barre antirollio attive rende la guida sempre facile e sicura.

A suo agio anche in pista, velocissima su strada. Persino nella pista del Thermal Club, adiacente al BMW Performance Center, la M760 Li mostra insospettabili doti di handling: dopo i primi giri, Farfus alza il ritmo e seguendolo mi ritrovo ad andare molto forte, sempre, però, in sicurezza. Solo il pedale dei freni non ha la consistenza che ci vorrebbe in queste condizioni. Che, peraltro, sono alquanto inusuali per una vettura del genere: così, il test prosegue su strada, a partire da una highway dove il limite è di 70 miglia (112 km/h). A questa andatura, la M760 è comodissima e sembra elettrica, tanto è silenziosa, ma poi il percorso prevede di salire in montagna, a 2.000 metri, su una strada senza traffico e belle curve, tutte da godere. Anche qui la macchina va fortissimo, ma si gestisce senza sforzi. La guida è sempre intuitiva, il rollio è limitato e la vettura segue bene i comandi dello sterzo, che, però, nonostante la cremagliera a rapporto variabile, potrebbe essere ancora più pronto e preciso. Ma va bene così: un equilibrio di questo livello tra confort e prestazioni non è cosa di tutti i giorni.
Da Palm Springs, Roberto Boni
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