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Skoda Karoq
In anteprima al volante della nuova Suv compatta

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La nuova Suv compatta della Skoda non si chiamerà più Yeti, ma Karoq. L'ispirazione arriva ancora una volta dall'arcipelago di Kodiak (in Alaska), dove da oltre settemila anni vive la tribù degli Alutiiq: Karaq sarebbe un'efficace sintesi delle parole "kaa'raq" e "ruq", che nella lingua degli indigeni significano rispettivamente "automobile" e "freccia", cioè l'elemento centrale del logo Skoda, la freccia alata, appunto. Di fronte all'inedita Karoq, le ragioni che hanno indotto la Skoda a cambiare il nome si manifestano in tutta la loro evidenza: sono solo tracce quelle lasciate dalla Yeti, più che altro (per fortuna) sono rimaste quelle innumerevoli soluzioni furbe che la rendevano unica e pratica, come i sedili posteriori separati, scorrevoli e rimovibili (ancorché a richiesta). E questa è la prima bella notizia. La seconda (bella notizia) è che se ne sono aggiunte altre, alcune già viste negli altri recenti modelli della Casa ceca, altre inedite, come l'aver spostato in basso la guarnizione inferiore delle porte per impedire ai brancardi (i longheroni sotto porta, sarebbero) di sporcarsi. In tutto sono una trentina gli elementi "Simply clever", i dettagli che migliorano la qualità della vita a bordo.

In anteprima al volante della nuova Suv compatta

Dimensioni. La Karoq è un'auto completamente nuova, "progettata partendo dal foglio bianco", come ha ricordato in conferenza Karl Neuhold, responsabile del design esterno. I numeri che più di altri marcano la differenza sono quelli delle dimensioni: la Karoq è lunga 4,38 metri, larga 1,84 e alta 1.605 millimetri. Tutto si traduce in una migliore abitabilità e in una superiore capacità di carico: da 521 a 1.630 litri, riferiscono alla Skoda.

Posto guida. Intanto e per cominciare, si sta meglio al volante: è il risultato combinato di tanti fattori, compreso quello di aver spostato in avanti di circa 60 millimetri l'asse anteriore, riducendo lo sbalzo anteriore e migliorando l'abitabilità, e di aver abbassato il pavimento di qualche centimetro, pur mantenendo il medesimo punto H della Yeti: così l'angolo tra il busto e le gambe è più aperto, più naturale. Tutte le regolazioni sono ampie ed è questione di un attimo trovare la postura corretta. A bordo, benché fossimo su dei prototipi di pre-serie in fase di validazione, abbiamo trovato materiali di qualità, alcuni di questi del tutto nuovi, come i tessuti di rivestimento dei sedili e le plastiche della console centrale, contraddistinte da un'inedita, piacevole consistenza.

Cruscotto digitale. Avrebbe, la Karoq, ancora parecchio da esibire: lo farà nel corso del lancio ufficiale, previsto il 18 maggio prossimo, molti mesi prima della commercializzazione (a fine anno), quando finalmente la si potrà osservare fuori e soprattutto dentro. Dove debutta, per la prima volta su una Skoda, il quadro strumenti completamente digitale, un monitor da 10,25 pollici completamente configurabile che si affianca allo schermo touch da 9,2 pollici del sistema di infotainment a centro plancia. Entrambi a richiesta, come tantissimi altri accessori che proiettano la Karoq direttamente nel prossimo decennio. Infine, ora sono 13 i sistemi di assistenza alla guida.

Confort. In movimento, il salto generazionale sembra ancora più marcato: la scocca è più rigida e lo si avverte dall'efficacia con cui lavorano le sospensioni nel "copiare", come si dice in gergo, le asperità della strada. Anche coi cerchi da 18 pollici degli esemplari guidati. Benché relativamente breve, il percorso, che prevedeva anche alcuni tratti sterrati, ci ha permesso di apprezzare il notevole livello di confort della Karoq, anche dal punto di vista acustico: impercettibile, o quasi, le differenze fra benzina - il nuovo 1.5 TSI con sistema di disattivazione dei cilindri - e diesel, rappresentato dalla rinnovata unità del noto 2.0 TDI.

In anteprima al volante della nuova Suv compatta

Motori. Queste unità propulsive, entrambe da 150 cavalli, sono probabilmente le più equilibrate: possono essere abbinate alla trasmissione manuale a sei marce o al nuovo Dsg a sette, alla trazione anteriore oppure a quella integrale. In comune, hanno la fluidità, con il benzina che sembra un diesel per la sua generosità ai bassissimi giri e il diesel che imita un benzina nella regolarità di funzionamento e nell'assenza di vibrazioni. In gamma, infine, ci saranno anche il tre cilindri turbobenzina 1.0 TSI da 115 CV, il turbodiesel 1.6 TDI di pari potenza e il 2.0 TDI da 190 CV.

Sterzo e sospensioni. Le Karoq TSI e TDI non si tirano indietro neppure quando il ritmo si alza: bilanciate sia in configurazione 4x2 sia 4x4, pennellano traiettorie pulite senza incertezze, affidando a uno sterzo fluido, progressivo e sufficientemente rapido il ruolo di trasmettere al guidatore un'esatta percezione di controllo. E senza neppure un impegno sovrumano, tanto più con il Drive Mode Selection, che prepara sterzo, motore e cambio automatico ad affrontare le diverse situazioni di guida, e il Dinamic Chassis Control, disponibile già dal primo anno, che modifica in tempo reale la capacità di assorbimento di ogni singolo ammortizzatore.

da Vihula (Estonia), Carlo Di Giusto

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