Non deve essere stato facile mettere mano a un classico come la Cayenne. Non la si doveva snaturare, è evidente, ma è anche altrettanto chiaro che dopo due generazioni di auto davvero molto simili si doveva osare di più. E così la nuova Cayenne, seppur riconoscibilissima, ça va sans dire, è davvero un altro pianeta. Lo si capisce subito guardandola, molto più dal vero che in fotografia, lo si avverte prepotentemente quando aperta la porta ci si mette al volante. La posizione di guida è quella solita, in linea con le tradizioni della Casa di Stoccarda. Cosicché anche se si sta seduti più in alto, l’impostazione è tipicamente sportiva con le gambe semi distese, il volante piccolo e verticale e il contagiri grande e analogico ben visibile dietro.
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Salto generazionale. Ma a parte questo, un vero e proprio must perfetto e inderogabile, tutto quello che sta attorno è nuovo, e l’impatto, ve l'assicuro, è a dir poco spettacolare. C’e un po' di 911 e tanta Panamera in questa nuova Cayenne. Ai lati del contagiri due schermi da 7 pollici, entrambi completamente riconfigurabili, informano il guidatore su tutto quanto deve sapere riguardo il funzionamento dell’auto e dei sistemi di bordo, mentre al centro della plancia un altro grande schermo da 12,3 pollici è dedicato al sistema multimediale. Che, ovviamente, dispone di una propria SIM dati che consente di rimanere sempre collegati alla rete e di usufruire, tra le altre cose, di tutte le funzioni previste dal servizio Porsche Connect plus.
Comandi a sfioramento. La plancia si raccorda quasi senza soluzione di continuità con il tunnel centrale dove sono collocati, oltre al joystick del cambio, i comandi secondari. Questi ultimi, come sulla Panamera, sono del tipo a sfioramento. Non sono un grande fan di questa tecnologia che trovo più elegante che pratica, devo però dire che nel caso della Cayenne funzionano piuttosto bene; un bip sonoro è una sensazione aptica assicurano che il comando è stato ricevuto correttamente.
Doppio turbo. Sotto al cofano c’è il V6 biturbo di 2.9 litri di cilindrata che, in quest’ultima versione, eroga la bellezza di 440 cavalli, venti più del precedente, e una coppia di 550 Nm. Ma più per i numeri, di per se già importanti, questo V6 impressiona per la cattiveria e la progressione con cui allunga e raggiunge in un attimo i regimi più elevati accompagnato da una colonna sonora degna del nome Porsche. Spinge forte e urla ancora meglio, insomma un gran motore che trova nel cambio Tiptronic a otto marce un valido collaboratore. I rapporti sono stati rivisti: le prime quattro marce sono molto ben raccordate tra di loro e favoriscono l’accelerazione, la velocità massima viene raggiunta in sesta, mentre la settima e l'ottava sono di riposo. Di norma i 550 Nm finiscono quasi tutti sulle ruote dietro, ma al minimo segno di pattinamento, la coppia fluisce progressivamente verso le ruote davanti in modo da garantire sempre la massima motricità.
Sospensioni intelligenti. La Cayenne S può essere equipaggiata a richiesta con le sospensioni attive ad aria (sistema Pasm) che ora dispongono di camere maggiorate del 60%. In questo modo i tecnici tedeschi sono riusciti ad ampliare il range di lavoro delle molle e ad avere una maggior flessibilità. Combinate con le barre attive che, su quest’ultima Cayenne, vengono comandate con degli attuatori elettrici tramite uno specifico circuito a 48 Volt (sono molto più reattivi di quelli precedenti idraulici), e con le quattro ruote sterzanti (ereditate dalla Panamera), la guida di questa grande Suv si avvicina ancor di più a quella di una vera sportiva.

In curva senza compromessi. Con il rollio annullato o quasi, l’inserimento in curva è rapido, deciso, il sottosterzo inesistente (a bassa velocità le ruote dietro sterzano in controfase per dare più agilità), l’appoggio sulle ruote esterne saldissimo, mentre in uscita, se si affonda del tutto l’acceleratore, si avverte il retrotreno che tende ad aprire leggermente - la coppia, come ho già detto, almeno all’inizio va quasi tutta lì - sensazione tipica ed estremamente gratificante della guida tutto dietro.
Dischi al carburo di tungsteno. I freni sono un altro punto di forza della nuova Cayenne S. A richiesta, infatti, si possono avere i nuovi dischi in ghisa trattati con il carburo di tungsteno che, abbinati a enormi pinze a dieci pistoncini - fanno davvero impressione, credetemi - garantiscono un coefficiente di attrito superiore e una maggior durata. Per i più esigenti resta in listino anche l’opzione carboceramica, in ogni caso la potenza frenante è spettacolare e la modulabilita’, come sempre, eccellente.
Aerofreno. C’è un'ultima chicca tecnica da segnalare su questa Cayenne S, un piccolo spoiler mobile sistemato alla fine del tetto che, in combinazione con il setup prescelto, si inclina fino a un massimo di 12 gradi in modo da assicurare un maggior carico aerodinamico, per poi trasformarsi in un vero e proprio aerofreno quando si frena da velocità superiori ai 170 km/h. Che dire, ancora una volta: sorprendente.
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