A vederla da lontano, la Mercedes Classe G non sembra molto diversa dal modello destinato alla pensione, ma più ci si avvicina e se ne scoprono i dettagli, più ci si rende conto che non siamo al cospetto del solito restyling messo in cantiere per tirare avanti ancora un po’, magari per arrivare ai primi quarant’anni di prestigiosa carriera. Al riguardo gli ultimi dubbi svaniscono subito: quello davanti a noi è davvero un veicolo totalmente riprogettato. Il profilo della carrozzeria, ora molto più leggera (di ben 170 kg) grazie all’abbondante impiego di alluminio (parafanghi, cofano e portiere), ricalca quello del vecchio modello, ma ben pochi dettagli, tra questi spicca la classica maniglia delle porte, si sono salvati dal lavoro di rivisitazione dei progettisti tedeschi.
È più grande, ma non si vede. Le dimensioni sono cresciute parecchio, ma la nuova Classe G non lo dà davvero a vedere. Si mimetizzano piuttosto bene soprattutto i 12 centimetri in più in larghezza, che, al contrario, si vedono tutti, quando si allunga lo sguardo nell’abitacolo: certamente molto più ampio e accogliente, oltre che caratterizzato da un taglio più moderno. A cominciare dalla plancia, costruita attorno all’enorme display che raccoglie in un sol gruppo cruscotto e schermo del sistema multimediale. L’assetto di guida resta più o meno il solito, più “seduto che allungato, ma non mancano millimetriche regolazioni (elettriche) di volante e sedile per aggiustare al meglio la posizione, comunque un po’ più bassa rispetto al passato. Davanti agli occhi del conducente non c’è più la classica impostazione un po’ datata, a favore di un look decisamente hi-tech: tutte le informazioni sono gestite tramite il doppio display da 12,3 pollici: un unico cristallo unisce i due elementi e il controllo delle funzioni può avvenire sia attraverso i comandi sul volante sia tramite il touchpad centrale.
Telaio rinnovato. Meno evidente, ma ancora più radicale, il cambiamento avvenuto “sottopelle”: il ponte rigido anteriore ha lasciato il posto alle più sofisticate sospensioni indipendenti a bracci trasversali e quello posteriore presenta un’inedita geometria con quattro bracci longitudinali (ne hanno aggiunti due) e una barra Panhard, utile a contrastare gli scuotimenti laterali. Così concepita, la nuova Geländewagen promette di essere assai più sincera e precisa sull’asfalto e ancora più stabile in appoggio, pur riconfermando il classico robusto schema col telaio a longheroni (di nuova concezione) separato dalla carrozzeria. Su strada, l’off-road con la stella a tre punte sulla calandra non ha mai avuto grandi ambizioni sportive, com’è abbastanza comprensibile considerata l’impostazione da specialista fuoristrada e il baricentro comunque alto. Nemmeno il nuovo modello pretende di sfidare le Suv sportive più prestazionali su questo terreno, eppure il feeling di guida è subito piacevole. Lo sterzo è più pronto e sincero, non solo quando si opta per la modalità Sport del sistema Dynamic Select (che offre quattro possibili varianti: Individual, Sport, Confort e Normal). Sul misto la distribuzione asimmetrica (40/60%) tra avantreno e retrotreno della generosa coppia disponibile (ben 610 Nm), aiuta la classe G ad essere più incisiva nell’inserimento in curva, malgrado il leggero rollio.
Quattromila grintoso, in strada e fuori. Bella la sensazione di elasticità assicurata dal V8, che il nove marce automatico asseconda in modo ineccepibile. Sempre pronto a rispondere alle sollecitazione dell’acceleratore, il 4 litri biturbo sa anche tirare fuori la grinta sportiva, accompagnata dal caratteristico sound che filtra prepotente in un abitacolo peraltro molto ben insonorizzato e adeguatamente isolato dalle sconnessioni della strada. Insomma, il confort è degno di una Classe S, da cui la "G" eredita anche molti dei dispositivi più innovativi di assistenza alla guida. La contropartita non è, come l’evoluzione tecnica lascerebbe presagire, un ridimensionamento delle performance off-road. Anzi, quando dall’asfalto si passa ai terreni più accidentati e insidiosi, l’inarrestabile 4x4 tedesca ripropone le sue straordinarie doti, col contributo dell’elettronica e in particolare della nuova funzione G mode specifica della guida fuoristrada, che s’inserisce automaticamente selezionando i bloccaggi dei tre differenziali (con comandi elettromeccanici) e le marce ridotte. Le grande qualità off-road della Classe G nei passaggi più estremi vanno ben al di là delle normali esigenze di un automobilista comune, che per la verità non ha nemmeno la necessità di avere particolari capacità fuoristradistiche, perché a (quasi) tutto pensano il cambio automatico e i tre differenziali bloccabili, oltre che le ridotte (inseribili anche in movimento). Certo, occorre saper selezionare con puntualità e precisione la funzione giusta al momento giusto, e qui ci vuole esperienza, ma poi alla G 500 risulta tutto molto facile, quasi naturale. E a conferma dell’immutata vocazione ad affrontare ogni tipo di asperità con straordinaria naturalezza ci sono i numeri significativi degli angoli caratteristici (31° l’attacco e 30° l’uscita) e delle pendenze superabili (45° in salita e 35° nelle inclinazioni laterali, più 7° gradi rispetto alla serie precedente). Infine, cresce anche la profondità di guado superabile (70 cm). I prezzi della G 500, la sola versione al momento disponibile (più avanti arriveranno anche le motorizzazioni turbodiesel), partono da 115.000 euro.
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