Antonio Filosa concede un'intervista a "Cinque minuti" di Bruno Vespa e coglie l'occasione per ribadire la centralità del sistema produttivo italiano nelle strategie di Stellantis: "Il nostro piano è il nostro impegno e non è previsto alcun ridimensionamento in Italia", ha detto l'amministratore delegato del gruppo automobilistico. "L'impegno di Stellantis con l'Italia non è in discussione. Per noi di Stellantis l'Italia è al centro del progetto strategico che abbiamo nel nostro futuro. E lo stiamo dimostrando con fatti concreti". A tal proposito, ha citato il lancio della produzione della Jeep Compass a Melfi e della Fiat 500 ibrida a Mirafiori. Detto questo, i problemi ci sono e non dipendono tanto dai costruttori cinesi, quanto dalle "norme europee", che sono troppo restrittive.
Nessuna fabbrica esclusa
Filosa ha ricordato come il piano di Stellantis assegni "a ciascuno stabilimento in Italia una chiara missione produttiva, per tutte le fabbriche, senza nessuna esclusione". Noi stiamo investendo 2 miliardi di euro in un anno solo in Italia, stiamo acquistando 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori che sono tutti italiani. La nostra parte la stiamo chiaramente facendo, ma abbiamo bisogno della seconda: abbiamo bisogno di un'urgente revisione delle regolamentazioni a Bruxelles", ha proseguito il top manager.
 
			
Negli Usa si compra ciò che si vuole, in Europa no
A Filosa, Vespa ha chiesto del recente piano di investimenti per gli impianti statunitensi: "C'è una differenza tra Stati Uniti ed Europa", ha risposto il Ceo. "Negli Stati Uniti, con la nuova amministrazione hanno trasformato le regole con un pragmatismo unico e rapidissimo e hanno restituito agli americani la scelta di comprare la vettura che vogliono. In Europa le regole sono ancora restrittive e devono essere urgentissimamente modificate. Abbiamo bisogno che queste regole riflettano la realtà del mercato e restituiscano ai clienti europei la libertà di scegliere la macchina che vogliono, come negli Stati Uniti", ha proseguito Filosa, rimarcando poi sue recenti raccomandazioni alle istituzioni continentali. A suo avviso, infatti, Bruxelles deve aprirsi "al concetto di neutralità tecnologica" e puntare sul "rinnovamento del parco circolante: oggi in Europa ci sono 256 milioni di vetture e 150 milioni circolano da più di 12 anni e inquinano di più". E poi servono "un focus specifico sulle vetture piccole" (le E-Car, ndr) e una modifica dei target di emissione dei veicoli commerciali perché sono "irraggiungibili".
La Cina non è un problema
Filosa ha escluso che il grande problema dell'intero settore continentale siano "i costruttori cinesi", perché "le regolamentazioni partono da Bruxelles" e sono queste che "stanno indebolendo l'industria automobilistica europea e italiana". Il tutto è aggravato nel nostro Paese dalla questione energetica. Il dirigente ha spiegato che "la competitività del nostro settore è fatta da una somma di fattori interni ed esterni e su alcuni fattori interni l'Italia è assolutamente imbattibile", ma "esistono fattori esterni che non dipendono da noi come il costo dell'energia. Nel 2024 - ha detto Filosa - in Spagna 1 megawatt ci costa dai 70 agli 80 euro. In Italia nello stesso anno, la stessa quantitàdi energia, costa più del doppio, 182 euro. Di questo stiamo parlando con il governo italiano: sono ricettivi, stiamo intrattenendo con loro un dialogo costruttivo, speriamo di arrivare a conclusioni favorevoli'', ha concluso Filosa.
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Stellantis - Filosa: "ll problema non è la Cina, ma le norme europee. L'impegno con l'Italia non è in discussione"
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