Se questo è il canto del cigno della Volkswagen Golf di settima generazione, beh, è davvero un finale col botto: sulle strade portoghesi e sul tracciato di Portimao fa il suo debutto l’evoluzione più potente e racing delle GTI a trazione anteriore, la TCR, che va in vendita fra breve a poco meno di 40 mila euro (prezzo in Germania, da noi sarà certamente un po’ più alto, diciamo a metà strada fra la GTI normale e la R). Ispirata nel look alle Golf che corrono in pista nel Trofeo omonimo, è una trazione anteriore con differenziale autobloccante, monta un due litri a benzina turbo e cambio a doppia frizione a 7 marce. Ma prima di addentrarci nelle delizie del motore da 290 CV, non mi sono lasciato sfuggire un’occasione forse unica al mondo: fare un salto indietro di otto lustri e guidare una GTI del 1978, per poi passare a quella odierna. Altro che ritorno al futuro!
Nel solco della tradizione. Il perché del successo della prima GTI, invidiata da tutti e poi anche copiata in massa nel suo concetto di sportiva abbordabile, lo conoscete tutti: leggera ma potente, non troppo impegnativa da guidare, grintosa ma senza eccessi estetici, affidabile. A parte la leggerezza, ché le auto di oggi non godono di questa qualità, tutto il resto è nel solco della tradizione anche per la TCR (a patto che non vi venga in mente far mettere i ghirigori a nido d’ape sulle fiancate, optional poco elegante).
Assettata. L’archetipo della GTI aveva quattro marce, la frizione lunga e un rollio pauroso in confronto a quella di oggi. Qui il Dsg è abbastanza veloce (non un fulmine) e l’assetto, specialmente con l’optional delle sospensioni DCC a smorzamento controllato elettronicamente, granitico e sostenuto da gomme da 19 pollici (13 pollici in quella del ‘78!). Persino un po’ troppo granitico sulle asperità brevi per chi siede dietro, ma molto dipende dalle condizioni della strada. Lo sterzo… beh, qui non solo si vede che gli anni sono passati, ma è cambiato radicalmente il modo in cui s’imposta e soprattutto si esce dalla curva. Sulla GTI TCR il sottosterzo si manifesta solo per angoli stretti di volante affrontati a velocità eccessiva, e anche in questo caso è progressivo, lo senti che arriva sulle mani e dal sedile e che si lascia controllare dal gas. E non appena ritorna l’equilibrio, il differenziale autobloccante ti permette di usare tutti i cavalli.
Frenata efficace. Quando arriva il momento di frenare la TCR si concede alle staccate brusche senza fare un plissé, anche nel bel mezzo di una curva presa con troppa baldanza. È un’auto estremamente ben piantata e sicura, i controlli elettronici non ti assillano e non serve avere il tesserino Csai per governarla a dovere. L’unico rammarico è il sound, un po’ troppo di buone maniere: in questo caso un tasto “ignoranza pura” e uno scarico baritonale mi sarebbero piaciuti. Ma, lo so, non sarebbero nello stile della GTI, né nuova, né vecchia. I consumi? Il computer di viaggio, guidando allegri ma rispettando i limiti, segna 10,4 km/litro. Ci credete che nel 1978 erano più o meno gli stessi?
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