La nuova Mazda3 ha un enorme pregio, peraltro abbastanza raro da incontrare: quello di farti riconciliare con l’automobile. Perché è una di quelle vetture a cui bastano poche centinaia di metri per farti capire che va bene per davvero. Una sensazione difficile da descrivere, che scaturisce da un insieme di elementi ben riusciti e combinati ad arte fra loro. C’è innanzitutto una qualità percepita molto elevata, sia di marcia sia di fattura dell’abitacolo. A bordo non c’è nessun elemento di disturbo e nessun comando troppo complicato da comprendere. Come la sua interfaccia uomo-macchina che ormai potremmo definire di vecchio stile, cioé senza uno schermo touch che assolve tutte le funzioni, bensì con un funzionale e intuitivo pomello sul tunnel che usi senza pensarci, con gli occhi sempre sulla strada, e un display da 8,8 pollici sistemato in posizione molto arretrata, per far sì che il punto focale non debba modificarsi di continuo; Apple CarPlay e Android Auto, peraltro, sono presenti all’appello.
Ordine e armonia a bordo. Anche il nuovo design minmale della plancia aiuta a creare un’armonia perfetta fra mezzo meccanico e guidatore: quando impugni il volante e ti guardi attorno, hai un’impressione di pulizia e di ordine, ogni cosa che tocchi restituisce una confortante sensazione. E quando sei in movimento, ti sembra di averla guidata da sempre. In particolare fra le curve, dove qui ancora di più si apprezza uno strumento accordato in maniera pregevole, con un’ottima dinamica di marcia fatta di equilibrio, agilità e tanta compostezza nei movimenti. E pure parecchio confort, con un’insonorizzazione davvero efficace e spazio adeguato per i passeggeri.

Duemila benzina poco brillante, però è ibrido. L’unico rammarico, in un contesto dove tutto è riuscito per il meglio, riguarda il propulsore che al momento rappresenta l’85% delle prevendite italiane. Parliamo del nuovo Skyactiv-G, il 2 litri a benzina da 122 cavalli con disattivazione dei cilindri che, in quanto aspirato e avaro di coppia (213 Nm a 4000 giri), non rende giustizia a una vettura davvero ben fatta. Mi riferisco in particolare a quelle situazioni in cui vorresti spinta alla svelta, come un sorpasso, l’affrontare una salita, il riprendere velocità in autostrada. Occorre spesso scalare rapporto e andarsi a cercare un po’ di vitalità in alto, che per inciso è racchiusa fra i 4 e i 6 mila giri soltanto. Dall’altra parte, però, questo motore ha due doti da non sottovalutare affatto: pare consumi poco (16,6 km/litro in media nel ciclo Wltp) ed è ibrido, con tutti i vantaggi che ne derivano in termini di agevolazioni. Ibrido sì, attenzione, ma di quelli davvero soft. Il cosiddetto M Hybrid di Mazda prevede infatti un piccolo motore elettrico (5,8 kW e 48 Nm) sistemato al posto dell’alternatore e una batteria al litio da 24 V sotto al pianale. Un sistema che dà un piccolo contributo alle ripartenze e ai consumi, sebbene alla guida tutto ciò non si percepisca, ma ha il gran pregio di rendere la vettura ibrida sulla carta di circolazione, per godersi i benefit tranne l’ecobonus perché le sue emissioni non lo consentono.

Turbodiesel elastico e poco assetato. Per chi non soffre di diesel-fobia, troverà quindi molto più gratificante lo Skyactiv-D 1.8 da 116 CV e 270 Nm di coppia. Ancor più parco nei consumi (qui il Wltp parla di 20,8 km/litro), compensa la manciata di cavalli in meno rispetto al benzina con una risposta pronta e vigorosa già da 1.600 giri appena, con un arco di utilizzo ampio e una gran regolarità e silenziosità di funzionamento. Molto bene, tra parentesi, il cambio manuale a sei marce di serie su tutte le Mazda3: ha una manovrabilità perfetta, con innesti precisi e corti da farti sognare, per un momento, di essere al volante di una MX-5. Con 2.000 euro in più c’è anche la possibilità di avere il sei rapporti automatico: è onesto nel suo operato, ma non certo un riferimento per la categoria.
In arrivo il benzina che vuol'essere un diesel. Per chi desiderasse di più sotto il profilo tecnologico e prestazionale, entro fine anno potrà poi optare per l’innovativo 2.0 Skyactiv-X a benzina con compressore da 181 CV e 222 Nm. Unico al mondo nel suo genere (in commercio, ma di prototipi se ne sono già visti con Mercedes e VW), si tratta di un propulsore che intende combinare i vantaggi dei motori a ciclo Otto a quelli del diesel. La miscela si accende per compressione, come nei diesel, ma le candele ci sono comunque. Ha un elevato rapporto di compressione (16:1) e una combustione magra, per raggiungere un’efficienza che dovrebbe garantire il 20% di consumi in meno a fronte di una maggior potenza. Ma di questo ne parleremo fra qualche mese.
Prezzi da 23.200 euro. Nel frattempo, la Mazda3, si presenta in Italia con una gamma articolata su quattro allestimenti (Evolve, Executive, Exceed ed Exclusive) con prezzi che vanno da 23.200 a 27.150 euro per la Skyactiv-G 2.0 benzina e da 25.400 a 29.350 euro per la Skyactiv-D 1.8 diesel. La dotazione è ricca soprattutto al capitolo Adas, dove si parte dalla frenata automatica d’emergenza che lavora anche durante le svolte e in retromarcia, per arrivare a una guida assistita di livello 2 con controllo del volante nel traffico fino a 60 km/h. C’è anche un affinato sistema di monitoraggio dell’attenzione del guidatore: una telecamera a infrarossi punta lo sguardo del conducente e controlla non solo il suo stato di veglia, ma anche dove mirano i suoi occhi, in modo da allertarlo se in quel momento è distratto e attivare la frenata automatica in caso di necessità.
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