Erano anni che circolavano voci in proposito, ma le case automobilistiche avevano sempre negato o minimizzato. Ora le dichiarazioni di General Motors gettano luce sui fatti.
Harold J. Mertz, il creatore di "Hybrid III", il più sofisticato manichino per crash test attualmente sul mercato, progettò nei primi anni Settanta dei trasduttori per misurare gli impatti sul corpo umano e iniziò un progetto pilota di GM, che prevedeva l'utilizzo di cadaveri nei test che avrebbero provocato lesioni troppo pericolose sui volontari. I manichini di allora erano infatti troppo primitivi e diversi gli uni dagli altri, cosa che rendeva impossibile risultati standard, ripetibili e misurabili.
"Con il passare degli anni, i dati ricavati da quegli esperimenti sono stati utilizzati per progettare sistemi di sicurezza più efficaci, salvando molte vite" hanno dichiarato i vertici della Casa americana. Dal 1998 "Hybrid III" è l?unico manichino da crash test riconosciuto dalle normative sulla sicurezza sia negli Usa sia in Europa. Viene costantemente migliorato, con lo scopo di fargli assumere caratteristiche sempre più umane.
I manichini odierni, che possono costare anche diverse centinaia di migliaia di dollari, sono disponibili sia in dimensione da uomo sia da donna e bambino e forniscono una "fotografia" molto esatta dei possibili danni da impatto sul corpo umano.
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