Lo strumento più semplice ed efficace per trarsi d’impaccio quando la batteria ci pianta in asso è una coppia di cavi di buona qualità per l’avviamento d’emergenza. Abbiamo scritto “di buona qualità” perché molti di quelli in vendita non mantengono quanto promettono.
Sezione adeguata. Anche in presenza di un aspetto robusto, che fa presumere una generosa sezione dei conduttori di rame, nella gran parte dei casi la realtà è ben diversa: la quantità del costoso metallo è ridotta al minimo e il grosso del cavo è fatto di plastica isolante. E dato che le prestazioni dei conduttori sono direttamente proporzionali alla dimensione della loro sezione, è facile imbattersi in cavi che al momento del bisogno non lasciano passare l’elevata corrente necessaria per l’avviamento. Per questo, vanno acquistati cavi di collegamento di buona qualità e grossa sezione, almeno 16 mm2 effettivi. Attenzione anche a come sono fatte le pinze terminali: quelle ideali sono completamente isolate e hanno un ponticello conduttore che collega le due ganasce, per la massima efficacia.
Come usarli. L’utilizzo dei cavi è semplice, va solo seguita qualche regola: si inizia collegando i poli positivi, quindi si attacca un cavo al polo negativo della batteria carica e poi l’altra estremità del cavo a un punto metallico nel vano motore dell’auto in panne. Conviene tenere acceso il propulsore della vettura soccorritrice e, una volta avviata quella in panne, prima di scollegare i cavi d’emergenza (in ordine inverso al collegamento) si devono accendere i fari, il ventilatore e il lunotto termico e attendere alcuni secondi per evitare sbalzi di tensione che potrebbero danneggiare qualche componente.
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