Il nuovo 1600 turbodiesel da 120 CV è il motore giusto per la Bravo. Va come il 1900, ma è più morbido, più ?pulito? e più silenzioso. Intendiamoci, anche la versione da 105 cavalli può offrire delle belle soddisfazioni.

Il nuovo common rail risponde bene alle sollecitazioni dell?acceleratore, sale progressivo e regolare e riprende con altrettanta sicurezza anche a basso regime. Cala un po? soltanto oltre i 3500 giri. Al conseguente affanno si accompagna il contemporaneo aumento della ruvidità di funzionamento, che tuttavia non genera vibrazioni particolarmente fastidiose.

Del resto, il rumore non filtra tanto facilmente nell?abitacolo, nemmeno al minimo. Rispetto alle altre Bravo turbodiesel il miglioramento è evidente, pure a orecchio. Così come non si può fare a meno di notare, lo rilevano anche gli strumenti, una maggior efficacia delle sospensioni sullo sconnesso.

Del cambio a sei marce non si può che parlar bene, sia perché risulta in perfetto accordo col motore, sia perché vanta una piacevole maneggevolezza: innesti rapidi, precisi e con giochi ridotti al minimo. Tanto che quasi nemmeno si sente l?esigenza dell?automatico, per altro disponibile soltanto a partire dall?estate e soltanto per la versione da 120 CV.

Fuori non è cambiato nulla, ma neanche dentro si notano differenze, nemmeno di dettaglio. L?atmosfera è quella accogliente di tutte le altre Bravo col posto guida quasi perfetto, la plancia ben fatta, i sedili rifiniti con cura e con sufficiente spazio per ospitare confortevolmente quattro adulti. Ci si sta anche in cinque, ma con qualche sacrificio in più, anche perché il divanetto posteriore obbliga ad assumere una posizione un po? infossata.

La forma della coda con i voluminosi montanti, le linea di cintura alta e il piccolo lunotto limita la visibilità, specie in manovra, quando si rivelano molto utili i sensori di parcheggio (optional). Altro difetto ereditato dalle altre Bravo la scarsa visibilità della strumentazione, quasi illeggibile con particolari condizioni di luce.