ALFA ROMEO Giulietta (2010-21)

Con 4 metri e 35 di lunghezza (quindi un po’ più lunga della 147 che ha sostituito nella gamma del Biscione), la Giulietta si presenta con un frontale molto scolpito, con i classici stilemi Alfa Romeo, la griglia a triangolo montata su un "naso" un po' meno pronunciato rispetto alla MiTo, grandi griglie inferiori e passaruota allargati. In coda, il portellone è piuttosto piccolo e ha ceduto terreno al grande paraurti monopezzo che abbraccia tutta la fascia inferiore, mentre il faro posteriore è un ricamo di Led, con un effetto che le conferisce uno stile molto personale. Quanto a spazio per i bagagli non ci si può lamentare: grazie al nuovo schema delle sospensioni posteriori, i 350 litri dichiarati ci sono tutti (344, per la precisione, gli stessi della Golf di settima generazione) e la forma è regolare. Per aprire il portellone si preme il marchio Alfa. Accomodarsi al posto di guida è davvero un attimo e ci si ritrova seduti in una posizione relativamente bassa. Lo spazio in larghezza abbonda, la porta del guidatore e quella del passeggero anteriori sono ben distanti dal sedile, a tutto vantaggio anche della protezione dagli urti laterali, per i quali sono presenti gli airbag nei sedili e quelli a tendina. Nel complesso c'è una spazio adeguato per quatto persone, mentre l'eventuale quinto starebbe un po' strettino. In ogni caso, il cuore dinamico della Giulietta resta il manettino Alfa Dna, che si può settare su due posizioni, oltre alla Natural: la più sportiva Dynamic e la All weather, adatta a fondi con scarsa aderenza. Con il model year 2014, fra le novità introdotte spica il sistema d’infotainment Uconnect, con display touch da 6,5 pollici, ben integrato al centro plancia, con RadioNav e navigatore con mappe in 2D/3D (optional), connettività Bluetooth e comandi vocali.
Come va: un bel cambio manuale - in alternativa c'è il doppia frizione Tct (Twin Clutch Transmission a sei marce), morbido e maneggevole e una frizione leggera, resistente e ben modulabile, fanno da contorno a un esercizio che è puro piacere di guida. I freni si comportano bene, soprattutto in modalità Dynamic, dove inchiodano appena sopra i 40 metri da 100 all’ora. Grazie al citato Dna, inoltre, si percepisce il cambiamento nella risposta del motore con l’inserimento della modalità più sportiva: un lampeggio della strumentazione e sullo schermo viene ricordato che il Vdc, il motore, lo sterzo e il differenziale elettronico Q2 si predispongono per la guida impegnata. La vettura cambia letteralmente volto: se prima, in norma, la Giulietta era un po’ pesante e sottosterzante, una volta prese le misure si pennellano i tornanti, affidandosi alla precisione dello sterzo, con un rollio ridotto e sedili molto ben profilati e contenitivi, studiati per trattenere le spinte laterali, ma anche molto comodi per i trasferimenti autostradali. Alla prova dei fonometri, il motore s’è dimostrato abbastanza silenzioso alle medio-basse andature; il confort acustico peggiora un po’ oltre i 100 km/h. Per quanto riguarda le sospensioni, nonostante si tratti di un’auto sportiva, gli ammortizzatori non s’irrigidiscono sulle asperità della pista e la Giulietta dimostra di sapersi destreggiare fra i cordoli, anche meglio di alcune concorrenti più agguerrite.
Pregi: il Dna non è un gadget, funziona davvero e bene in tutte le situazioni, ed è come avere due auto in una.
Difetti: la visibilità non è il punto forte della Giulietta, data la forma della carrozzeria. In più i montanti sono spessi