Sono giorni che non si parla d'altro: la Dacia Hipster ha catalizzato l'attenzione di tutto l'ambiente. Osservatori, giornali, dirigenti e anche il pubblico: tutti a discutere su di lei, su quello che rappresenta e su quello che vuole e può anticipare, semmai dovesse diventare un modello di serie. Di sicuro un elemento c'è, vale a dire le sue origini: l'ex amministratore delegato del Gruppo Renault, Luca De Meo, sotto la cui dirigenza ha preso forma il progetto, non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per le kei car giapponesi. E proprio a loro la Hipster si ispira. Ma quanto c'è, davvero, di simile tra i due mondi? Proviamo a fare un confronto, numeri alla mano.
Dacia Hipster: anteprima
Differenze tra E-Car e kei car
Le kei car hanno dimensioni prestabilite per legge in Giappone. La lunghezza massima è fissata - dall'1 ottobre 1998 - in 3,40 metri, la larghezza in 1,48 e l'altezza in 2,00 metri. Un dato, quest'ultimo, che non deve stupire: all'interno della categoria sono omologati anche dei veicoli commerciali leggeri. Come si rapporta la Dacia Hipster a questi valori? La concept è parecchio più corta (3,00 metri) e bassa (1,53) del massimo consentito dalla legge nel Sol Levante, ma la larghezza (1,55 metri) è molto vicina alle kei car. È bene ricordare, tuttavia, che si tratta soltanto di un prototipo e che non esistono ancora indicazioni di Bruxelles sulle dimensioni delle future E-Car europee che questa Hipster intende anticipare.
Motori: non solo elettrico
Anche a livello di motori le indicazioni sulle kei car in Giappone sono rigide: la cilindrata massima consentita ai modelli termici - dall'1 ottobre 1990 - è di 660 centimetri cubi. Una prescrizione ovviamente non valida per le kei car elettriche, che però osservano lo stesso limite di potenza: 64 CV al massimo. Tutto da definire, invece, sul versante europeo: la Hipster, nella sua forma prototipale, è stata pensata come un'elettrica - di cui non si conoscono potenza e autonomia - ma niente esclude che possa prendere altre forme nell'eventuale passaggio in serie: la "E" delle E-Car proposte da Bruxelles sta per "ecologica", "economica" ed "europea", ma non necessariamente per elettrica.

Confronto prezzi
Quanto costa una kei car? La Suzuki Alto costa poco più di un milione di yen (circa 6.000 euro al cambio attuale). La Hustler, più ricca, parte da poco più di 1,5 milioni (circa 8.600 euro). E come si rapportano alle auto normali? La Swift, entry level della gamma automobilistica della Suzuki, parte da oltre 1,7 milioni (circa 9.800 euro). Il rapporto tra una futuribile versione elettrica di serie della Dacia Hipster - e prendiamo ancora lei come possibile riferimento delle E-Car - sarà più o meno lo stesso: il suo prezzo potrebbe collocarsi sotto i 15 mila euro, quindi lontano da quello dell'elettrica più economica del mercato (la Spring, 17.900 euro), ma simile a quello dell'auto più economica in assoluto (la Sandero, 13.950 euro).

I risparmi e i vantaggi delle kei car
Le kei car hanno anche un sacco di agevolazioni. La tassa ambientale è ridotta (2% del listino contro il 3% delle automobili ) come pure quella di possesso (10.800 yen, circa 61 euro, contro i 25.000 minimi per un'auto, circa 142 euro) e quella sul peso (inferiore del 20%). Senza contare il risparmio sull'assicurazione, quantificabile nel 16-17% in media su un arco di 24 mesi. E, per finire, quello sul pedaggio, che per le kei car è pari all'80% di quello applicato alle auto. Vantaggi che hanno portato le "automobili leggere" in Giappone a oscillare attorno al 35-36% del mercato. E che saranno fondamentali per garantire un successo adeguato a un'eventuale E-Car europea.
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