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Cronaca

Ponte Morandi
La settimana prossima parte la demolizione

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Questa volta la demolizione è pronta davvero. Tra poco più di una settimana, ovvero tra il 6 e l’8 febbraio, una volta finito di alleggerire il moncone Ovest, si potrà cominciare lo smantellamento delle parti pericolanti del ponte Morandi, il viadotto di Genova crollato lo scorso 14 agosto, causando la morte di 43 persone. Dopo oltre cinque mesi, arriva il momento decisivo, preludio della ricostruzione che si spera sia la più rapida possibile. Nei giorni scorsi, è arrivato il segnale positivo di un “comunicato di servizio” della Omini, l'azienda incaricata della demolizione vera e propria: le ultime prove di stabilità sono state superate e sono arrivati gli “strand jack”, sorta di pistoni idraulici già utilizzati in una recente maxi-impresa, quella del recupero e demolizione della nave della Costa Crociere “Concordia”. In sostanza, i pezzi del viadotto da eliminare verranno tagliati, sollevati e portati a terra dalle gru (da un’altezza media del piano stradale di 45 metri).

Ultime scaramanzie. Da parte della Omini, si mantiene un certo riserbo riguardo alla data, per scaramanzia ma anche per evitare l’ennesima delusione da parte di chi aspetta da tempo l’inizio lavori. Intanto, anche sulla parte Est del viadotto le aziende demolitrici hanno iniziato il trasporto delle strutture necessarie all’inizio delle operazioni. Per quanto riguarda lo smantellamento del moncone Ovest, sono oltre 100 operai dell’Ati (guidata dalla Omini) già impegnati in questa fase. “La demolizione è praticamente iniziata”, ha spiegato il sindaco di Genova Marco Bucci, commissario per la ricostruzione. “Stiamo facendo un lavoro che non è preparatorio ma è già di demolizione degli altri pezzi, anche se questi sono più piccoli e fanno meno notizia”, ha spiegato, riferendosi ai primi elementi staccati dal moncone Ovest.

Fincantieri pronta a ricostruire. Il prossimo passo sarà l’entrata in scena di Fincantieri, il colosso che si è aggiudicato l’appalto, come annunciato lo scorso dicembre dal sindaco Bucci. “L’obiettivo dell’aprile 2020 perché l’infrastruttura sia percorribile è reale”, ha confermato l’amministratore delegato Giuseppe Bono, da Pordenone. “Non c’è bisogno di demolire tutto per poter cominciare. Nei nostri stabilimenti stiamo per iniziare a costruire alcune strutture del ponte di Genova e tutta la sua ossatura». Il progetto di Fincantieri si basa sull’idea dell’architetto Renzo Piano, sviluppata da Italferr, società di ingegneria delle Ferrovie dello Stato. Si prevede l’esecuzione dei lavori in 12 mesi dalla consegna delle aree, lavorando 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Il costo preventivato è di oltre 200 milioni di euro. La data per l’inizio ricostruzione, a demolizione ancora non ultimata, è il prossimo 31 marzo.

Cinque mesi, senza soste. Il sistema di gru e strutture per scaricare il peso del viadotto Polcevera dai sostegni esistenti e procedere ai lavori è già dunque operativo. Il piano di demolizione, in base a quanto riportato dal dossier, prevede almeno cinque mesi, 24 ore al giorno, con un inevitabile impatto sonoro e ambientale molto rilevante, secondo gli esperti. Dopodiché si potrà procedere alla ricostruzione della parte mancante del ponte e ripristinare i suoi 1.182 metri di lunghezza. Secondo quanto annunciato dal sindaco di Genova, “entro fine 2019, il ponte dovrà essere visibile almeno per quanto riguarda gli impalcati, mentre dovrà essere percorribile dal 15 aprile del 2020”.

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