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Cronaca

Tesla Autopilot
Un incidente porta all'accusa di omicidio stradale

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Dicembre 2019, California: una Tesla Model S con l'Autopilot attivo "brucia" un rosso al semaforo e si schianta contro una Honda Civic. L'incidente causa due morti. Ottobre 2021, sempre California: l'uomo al volante della Tesla viene accusato di omicidio stradale. La notizia emerge solo ora, a distanza di mesi: il proprietario dell'elettrica, che si è dichiarato innocente, è attualmente libero in attesa di essere giudicato, ma l'imputazione ha un'importanza epocale. Infatti, è la prima volta che un guidatore viene accusato di omicidio per negligenza nell'utilizzo di un assistente alla guida disponibile sul mercato. L'Autopilot della Tesla, infatti, non è classificabile come sistema di guida autonoma: essendo di livello 2, richiede sempre la supervisione del guidatore pur gestendo automaticamente sterzo, acceleratore e freni in alcune condizioni di traffico. Questo sistema, base presente su tutti i modelli del costruttore californiano attualmente in commercio, non è mai stato in grado di gestire i semafori, contrariamente dalle ultime versioni della versione più evoluta, l'Fsd (Full self driving, un acronimo più volte criticato in quanto ritenuto fuorviante).

La dinamica. Le forze dell'ordine statunitensi affermano che la Tesla Model S del 27enne californiano stesse viaggiando a velocità elevata uscendo da una freeway - l'equivalente di una nostra autostrada - e attraversando un incrocio con semaforo rosso a Gardena, un sobborgo di Los Angeles. Così, l'elettrica si è scontrata contro una Honda Civic che aveva impegnato l'intersezione con semaforo verde: i due occupanti della berlina giapponese hanno perso la vita sul colpo, mentre il guidatore e il passeggero della Tesla hanno riportato ferite non gravi. I familiari delle due vittime hanno avviato due diverse cause contro la Tesla: una con l'accusa di aver venduto veicoli difettosi che potrebbero accelerare improvvisamente e un'altra per l'assenza di un sistema di frenata automatica in grado di evitare incidenti come quello del 2019. I legali delle due famiglie hanno già concordato di avviare un processo congiunto nel 2023.

Responsabilità del guidatore. All'interno del fascicolo depositato in tribunale, le autorità non menzionano mai l'Autopilot della Tesla, anche se un investigatore inviato dalla National Highway Traffic Safety Administration sul luogo dell'incidente ha confermato che al momento dello schianto il sistema di guida assistita era in funzione. Proprio l'autorità per la sicurezza stradale e il National Transportation Safety Board hanno iniziato da tempo ad analizzare come i guidatori utilizzano gli Adas più evoluti, rilevando che "molti sistemi - Autopilot incluso - consentono al conducente di distrarsi dalla strada". Ed è proprio questo il motivo per cui il guidatore della Tesla è stato accusato di omicidio stradale: i sistemi di assistenza alla guida, infatti, devono comunque essere supervisionati da un umano, che non può in nessun caso affidare all'auto il controllo totale. Proprio come ha ricordato anche la Nhtsa che, commentando l'accusa di omicidio stradale, ha affermato che in tutti gli Stati americani (ma anche nel resto del mondo, ndr) le leggi impongono che l'unico responsabile delle manovre di un veicolo sia l'essere umano che si trova al volante.

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