Il Museo Alfa Romeo di Arese riaperto al pubblico in occasione dell'Esposizione universale che si terrà a Milano nel 2015: quello che alfisti e appassionati auspicano da tempo, potrebbe diventare realtà. Dopo oltre due anni di immobilità, dovuta all'attesa per il ricorso della Fiat contro il vincolo posto dal ministero dei Beni Culturali sulle vetture e gli edifici che le ospitano, nelle ultime settimane si stanno registrando interessanti sviluppi sul destino della collezione. In favore della riapertura si sono, infatti, espresse più parti: la Regione Lombardia, che già a fine maggio aveva presentato un'interrogazione sul futuro della raccolta; la Soprintendenza dei Beni Culturali, preoccupata di rendere di nuovo fruibile al pubblico quel patrimonio storico straordinario; gli enti locali, con il Comune di Arese in testa, disposti a favorire la riapertura in occasione dell'avvio dei cantieri che stanno trasformando l'area ex Alfa Romeo. Sul sito dello stabilimento, ora di proprietà della società Tea che fa capo a Marco Brunelli, da mesi le ruspe lavorano alla costruzione di un centro commerciale, un polo per la ricerca, un parcheggio per i visitatori dell'Expo e alla ristrutturazione dell'ex pista di prova.
Qualcosa è cambiato. A Torino regna il massimo riserbo, ma sembra che qualcosa stia cambiando nell'atteggiamento verso questa vicenda. Del resto, non potrebbe essere altrimenti. L'Expo 2015 si terrà a una manciata di chilometri dal Museo e rappresenta un'occasione di straordinaria visibilità: lì arriveranno milioni di visitatori da tutto il mondo, un pubblico in buona parte interessato anche a vedere le auto che hanno scritto la storia della Casa di Arese. Il Gruppo Fiat, inoltre, ha già deciso di puntare sulla manifestazione, siglando un accordo di sponsorizzazione per un importo di oltre 10 milioni di euro.
Tavolo aperto. Come fare? Nei giorni scorsi si è tenuto un primo incontro tra le parti interessate. Non ne è a uscito un accordo: la strada è ancora lunga, ma il percorso è cominciato e pare che la volontà di arrivare fino in fondo questa volta ci sia. Si parla della possibilità di rispolverare, in versione inevitabilmente ridotta, il piano ipotizzato da Luca De Meo nel 2008, che prevedeva la creazione di un nuovo edificio espositivo, ma anche di un centro congressi, un albergo e una zona ricettiva e commerciale. Oggi le risorse per realizzare un progetto così ambizioso ovviamente non ci sono più, in un momento di grande sofferenza del mercato: basterebbe almeno rendere di nuovo agibile il museo, con interventi più contenuti.
Ipotesi sulle risorse. Qualcuno teme che la collezione possa essere spostata all'autodromo di Monza: un progetto caro alla Regione Lombardia e al suo presidente, che però si scontra con il vincolo, aspetto sul quale il ministero dei Beni Culturali non intende cedere. Tra le ipotesi che si fanno sul reperimento delle risorse necessarie, c'è quella di sacrificare qualcuno dei 250 pezzi della raccolta, almeno quelli non irrinunciabili, da mettere sul mercato: i facoltosi collezionisti interessati potenzialmente non mancherebbero. Un'altra soluzione potrebbe essere quella di un alleggerimento del vincolo sugli edifici attigui al Museo, che potrebbero essere ceduti: un tempo ospitavano il centro direzionale della Casa, ma oggi vi sono rimasti solo la sede dell'Automobilismo Storico Alfa Romeo e il prezioso Centro documentazione (da spostare e preservare). Su tutto questo si dovrà trovare un accordo con la Soprintendenza, chiamata a vigliare sul rispetto del vincolo sui beni storici. Ma il nuovo corso che ha preso la vicenda fa sperare che si possa un giorno tornare ad ammirare i gioielli di Arese.
Laura Confalonieri
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