Monopattini, quell'incosciente leggerezza: viaggio nell'anarchia quotidiana
Sfrecciano impunemente su marciapiedi e strisce pedonali, viaggiano al buio senza indossare l’obbligatorio giubbino riflettente: sono i guidatori dei monopattini elettrici, protagonisti delle nuove forme di “mobilità dolce” nelle nostre città. Un fenomeno positivo per il traffico e l’ambiente, ma preoccupante per la sicurezza, degli stessi utenti e degli altri utilizzatori delle aree urbane. Comportamenti che derivano non solo dall’incoscienza degli utenti, ma anche dalla mera ignoranza delle norme, come rivela l’indagine condotta a Milano e pubblicata su Quattroruote di gennaio. Abbiamo, infatti, interpellato in cento città numerosi conducenti di mezzi privati e in sharing, scoprendo che molti di loro violano consapevolmente norme come il limite di velocità nelle isole pedonali e l’obbligo dell’uso del casco per i minorenni, ma anche che altrettanti ignorano del tutto disposizioni di legge essenziali per la sicurezza, come quella relativa all’impiego del giubbino riflettente quando cala l’oscurità. E non è che le cose siano andate meglio con gli esponenti delle forze dell’ordine interpellati. Agenti della polizia locale hanno infatti ammesso che il contrasto a questo tipo d’infrazioni non rientra tra le priorità del Corpo, che contestare in sicurezza le violazioni a chi sfreccia con sfrontatezza è difficile e che, spesso, i ragazzi utilizzano di sera questi mezzi al posto delle auto proprio per sfuggire alle sanzioni previste per chi guida in stato di ebbrezza. Un quadro davvero poco rassicurante.
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