Servizi
How to
Fleet&Business
FORUM
seguici con
NEWS
seguici con
LISTINO
seguici con
USATO
seguici con
How to
seguici con
Fleet&Business
seguici con
Eventi

Best of 2022
Milano modello delle 'città proibite'

SFOGLIA LA GALLERY

La data fatidica, per Milano, è stata l'1 ottobre, giorno in cui sono entrate in vigore le stringenti limitazioni all’accesso alla cosiddetta Area B: un perimetro quasi coincidente con l’intero territorio comunale, sorvegliato da una rete di 188 telecamere che impediscono a decine di migliaia di persone di entrare in città con la propria auto se Euro 5 diesel o Euro 2 a benzina. Ma è una data che, al di là dello specifico provvedimento, ha una forte valenza simbolica: quella della cultura della città proibita. Di un modello che, nel nome di un ambientalismo di facciata, cinge di mura virtuali, fatte di divieti definitivi e progressivi, le nostre città, respingendo chi, non potendone sostenere l’esorbitante costo della vita, è costretto a viverne all’esterno e a cercare di entrarvi per fruirne, lavorarci, intrattenere relazioni sociali o, semplicemente, divertirsi. Con la propria auto, essendo i trasporti pubblici non sempre adeguati. Ne abbiamo parlato sia su Quattroruote di ottobre, sia in uno speciale nell'area in abbonamento QPremium che ora può essere consultato da tutti.

Privilegiati e no. Le barriere, dunque, sono anche sociali, ché chi viaggia con auto più vecchie il più delle volte non lo fa per piacere, ma perché non ha le risorse per acquistarne di nuove; che, per inciso, sono sempre più costose, per le complicazioni tecnologiche introdotto dalla cosiddetta transizione ecologica. Destinata, quest’ultima, a rendere nuovamente elitario l’utilizzo dei mezzi di trasporti privati, così com’era al tempo delle loro origini. Quello di Milano, dunque, è un caso emblematico, ma Roma non ha voluto essere da meno, rendendo poco dopo “cogenti” i divieti di circolazione nella cosiddetta fascia verde: limitazioni, dunque, già esistenti, ma con tutta evidenza mai realmente applicate.

Non più di 30. Ancora non basta. Perché anche là dove la circolazione è consentita, si fa di tutto per renderla più complessa. L’ultima mania è quella delle “città a 30 all’ora”: si sono proclamate tali Bologna e Torino, che intendono estendere il limite a tutte le strade cittadine, con rare eccezioni per quelle di scorrimento, dove sarà consentito toccare i 50, nonostante il Codice della strada dia pure facoltà di arrivare a 70. Il tutto, in nome della tutela degli utenti deboli della strada. Sacrosanta, purché per tali non si scambino i "monopattinisti" che sfrecciano sprezzanti sui marciapiedi, nelle zone a traffico limitato, contromano nei sensi unici. Una falsa attenzione alla sicurezza, che cela ancora una volta la volontà di fare cassa con autovelox trappola, celati alla vista in barba alle disposizioni di legge. Come falsa è l’ostentata attenzione per la sostenibilità, se si traduce solo i piste ciclabili maldestramente tracciate con una striscia di vernice sull’asfalto. Pericolose per tutti, a partire proprio dai ciclisti stessi.

COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO

ultimo commento
ultimo intervento

Best of 2022 - Milano modello delle 'città proibite'

Siamo spiacenti ma questo utente non è più abilitato all'invio di commenti.
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it