Nuova acquisizione per la Tesla nel campo dell'alta tecnologia. Secondo indiscrezioni lanciate da numerose testate americane, la Casa di Elon Musk avrebbe infatti acquistato la DeepScale, una startup specializzata in sistemi di intelligenza artificiale.
Conferme parziali. Per ora, non sono emersi i dettagli finanziari dell'operazione e non sono neanche arrivate conferme da Palo Alto: comunque, è possibile che un accordo venga formalizzato prima dell'apertura dei mercati finanziari americani. Le voci hanno però trovato fondamento in un tweet di Forrest Iandola, amministratore delegato della DeepScale, che proprio ieri ha annunciato il suo ingresso nella squadra di tecnici della Tesla al lavoro sul software per la guida assistita Autopilot e, nello specifico, nello staff di ingegneri attivi su progetti di machine learning (in sostanza, l'autoapprendimento delle macchine). Iandola ha conseguito un dottorato di ingegneria elettrica e scienza dei computer presso l'Università di Berkeley, dove ha anche lavorato come ricercatore nel campo delle reti neurali per dispositivi elettronici mobili.
L'obiettivo dell'acquisizione. Per la Tesla, si tratta dell'ennesima acquisizione effettuata nel quadro delle strategie per migliorare le capacità costruttive, di sviluppo e di qualità del prodotto. Nel 2017, è stata rilevata la Grohmann Engineering, società tedesca specializzata nella progettazione di sistemi di automazione industriale, mentre lo scorso febbraio Musk ha acquisito la Maxwell Techonologies, attiva nel campo dei supercondensatori per batterie. La tecnologia della DeepScale consentirà di accelerare lo sviluppo di sistemi di guida avanzati di Livello 4 (secondo la classificazione Sae) e quindi porre le basi per lanciare sul mercato la flotta di robotaxi dedicata al ride sharing ipotizzata da Musk.
Cosa fa la DeepScale. La startup, che finora ha raccolto oltre 18 milioni di dollari di finanziamenti tra diversi investitori (tra gli altri il fondo di vetture capital della Siemens, Next47, e il co-fondatore di Sun Microsystems Andy Bechtolsheim), è attiva nello sviluppo di soluzioni per la visione artificiale: in particolare, la società ha progettato microprocessori a bassa potenza, di piccole dimensioni e dal costo esiguo per aumentare le capacità di calcolo del sistema computerizzato che, grazie ai dati di sensori, radar e sistemi di mappatura e geolocalizzazione, consente di ottenere un quadro accurato di quanto avviene intorno a un veicolo. Inoltre, ha lanciato un software di intelligenza artificiale (Carver21) che migliora le funzionalità dei sensori. La DeepScale potrebbe, dunque, aiutare la Tesla a superare alcuni dei limiti delle attuali tecnologie per la guida assistita e autonoma, a partire dalle capacità di calcolo ancora basse a bordo dei veicoli, e a rafforzare un team di ingegneri che durante l'estate ha visto l'uscita, in un colpo solo, di ben 11 dipendenti.
Nuovi sviluppi anche in Cina. Per la Casa californiana, però ci sono altre novità: secondo indiscrezioni della Reuters, nei prossimi giorni saranno completati i lavori per la realizzazione delle catene di montaggio e per la centrale energetica della nuova fabbrica di Shanghai, la quale produrrà da subito la Model 3. La Gigafactory cinese, frutto di un investimento di 2 miliardi dollari, consentirà alla Tesla di evitare l'imposizione di dazi doganali e quindi cogliere la meglio le opportunità offerte dal mercato locale delle auto elettriche. Musk vuole produrre tra i mille e i duemila esemplari della Model 3 a settimana entro la la fine dell'anno, ma molto dipenderà dagli ordini, dalle assunzioni di manodopera qualificata e dalla disponibilità dei fornitori. La nuova Gigafactory, la prima fabbrica all'estero della Casa e il primo impianto automobilistico di proprietà straniera in Cina, è considerata cruciale per le ambizioni di Musk (500 mila Tesla prodotte all'anno). Il sito avrà una capacità di 250 mila unità nella prima fase di sviluppo e di 500 mila a regime.
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