Anche la Marelli, azienda italiana nata nel 1919 e unitasi lo scorso anno alla giapponese Calsonic Kansei, si è trovata ad affrontare l'emergenza coronavirus. Sin dal 16 marzo, infatti, l'azienda ha disposto l'iniziale sospensione temporanea della produzione in tutti gli stabilimenti italiani: da nord a sud, il prezioso flusso di componenti si è interrotto seguendo il fermo dell'industria che se ne approvvigiona. Marelli, infatti, è uno dei maggiori fornitori mondiali di componentistica, una linfa di pezzi e sottoinsiemi che permette alle case automobilistiche di tenere in movimento le linee di produzione. Tra Corbetta (MI) e Saitama (Giappone), i due headquarter mondiali, c'è stato un costante scambio di informazioni per prendere le decisioni più opportune.
Stop parziale. Non si tratta di un fermo completo delle attività: la Marelli ha deciso che sulla base di specifiche necessità, a livello locale, ci sarebbero stati livelli minimi di attività a supporto dei clienti. Verso la fine di marzo, a fronte della progressiva espansione dell'emergenza in tutta Europa, si è reso necessario procedere sul piano dell'equilibrio tra la tutela dei lavoratori e la necessità di garantire produzioni limitate. Per questa ragione, all'interno del suo perimetro globale, la Marelli ha introdotto un programma di lavoro a distanza, ha intensificato la formazione ai dipendenti sul piano delle azioni di tutela individuale e delle norme comportamentali, e ha ristretto fortemente gli spostamenti. In seguito - si legge in una nota dell'azienda - alla luce della riduzione della domanda da parte dei clienti, del rafforzamento delle misure da parte dei governi in Europa e con l’obiettivo di continuare ad assicurare la tutela dei dipendenti, dopo aver annunciato la sospensione delle attività produttive in Italia fino al 27 marzo, l'azienda ha deciso di fermare anche la maggior parte dei propri stabilimenti europei.
Pronti a ripartire. La Marelli, come altre aziende del settore, segue l'evolversi della situazione ora per ora e si tiene comunque pronta a riavviare i cicli produttivi non appena le condizioni di sicurezza e le disposizioni governative lo consentiranno. In questo momento di incertezza per il settore e per il Paese, molti sono i progetti allo studio: sia per il post riapertura, sia per il futuro più a lungo termine.
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