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Industria e Finanza

Daimler
Profitti in crescita malgrado la crisi dei chip

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La crisi dei chip sta influenzando pesantemente le attività produttive dei maggiori costruttori automobilistici e, di conseguenza, anche i relativi bilanci. Ci sono, però, delle eccezioni: una di queste è rappresentata da Daimler. Il gruppo di Stoccarda, proprietario della Mercedes-Benz, ha superato brillantemente le attuali difficoltà legate alla carenza di semiconduttori e il conseguente crollo di produzione e vendite registrando, nel terzo trimestre, ricavi sostanzialmente stabili e perfino utili in crescita.

Vendite e ricavi. Nel dettaglio, la Daimler ha subito, tra luglio e settembre, una calo delle vendite di ben il 25% a 577.800 veicoli, anche a causa della scarsa disponibilità di prodotto legata alle problematiche della catena degli approvvigionamenti. A essere maggior penalizzata è stata la divisione automobilistica, con un calo del 30% a 417.400 unità e la sola Mercedes-Benz in contrazione del 32% a 383.500, mentre le attività nel campo dei camion e degli autobus, prossime a diventare un’azienda autonoma e indipendente, hanno visto una crescita del 6% a 106.400. 

Gli utili. Tuttavia, il miglioramento del mix di prodotto, determinato soprattutto dal maggior contributo di modelli di fascia alta (l’azienda parla di forte crescita per le linee di prodotto Mercedes-Maybach, Mercedes-AMG, e per i modelli Classe S, Classe G, GLE e GLS), ha consentito ai ricavi di attestarsi a 40,1 miliardi, appena 200 milioni in meno rispetto a quanto consutivalto un anno fa. Inoltre, le principali voci reddituali hanno ricevuto una spinta da un "stretto controllo" dei costi fissi: l’utile operativo, al netto delle componenti straordinarie, è salito da 3,48 miliardi a 3,61 miliardi e i profitti da 2,16 miliardi a 2,57 miliardi. In tale quadro, la divisione Mercedes-Benz Cars & Vans è riuscita a limitare i danni mettendo a segno ricavi in calo solo da 25,8 miliardi a 25,6 miliardi, un utile operativo adjusted in contrazione da 2,41 a 2,17 miliardi e un margine in discesa dal 9,4% all’8,5%. La crisi dei chip ha comunque avuto un impatto sul rendiconto finanziario, compensato solo in parte da una forte disciplina sul fronte degli investimenti e del capitale circolante netto: i flussi di cassa delle attività industriali sono scesi da 5,14 miliardi a 2,25 miliardi, mentre gli investimenti sono lievemente calati da 1,19 miliardi a 1,1 miliardi e la liquidità è aumentata da 17,9 miliardi a 23,5 miliardi.

Le prospettive. "Rimaniamo sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi per l'intero anno grazie a un'attività più che solida, che si traduce in un aumento dell’utile operativo nonostante un contesto operativo difficile", ha commentato il direttore finanziario Harald Wilhelm. In particolare, il gruppo delinea una quadro ancora sfavorevole per i prossimi mesi e sottolinea le difficoltà nel fornire previsioni accurate, principalmente per le difficoltà nella catena di approvvigionamento e il relativo impatto sulle attività produttive. Tuttavia, in virtù anche di un miglioramento delle forniture di semiconduttori nel quarto trimestre, conta di chiudere l’anno su livelli di ricavi e utile operativo “significativamente” superiori al 2020. Per la sola Mercedes-Benz Cars & Vans sono previste vendite in lieve calo per le autovetture mentre viene confermato l’obiettivo di un margine operativo tra il 10% e il 12%. 

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