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Industria e Finanza

Guida autonoma
Ford e Volkswagen chiudono Argo AI

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Crolla uno dei pilastri dell’alleanza globale avviata nel 2019 dalla Ford e dalla Volkswagen: i due costruttori, infatti, hanno deciso di chiudere la startup per la guida autonoma Argo AI e di assorbirne dipendenti e attività. "In coordinamento con i nostri azionisti, è stata presa la decisione che Argo AI non continuerà la sua missione come azienda. Molti dei dipendenti avranno l'opportunità di continuare a lavorare sulla tecnologia della guida automatizzata con la Ford o la Volkswagen, mentre per altri il rapporto di lavoro purtroppo finirà", ha rivelato la stessa startup, confermando le indiscrezioni di diversi organi di stampa americani.

Le indiscrezioni. In particolare, la testata TechCrunch ha scritto di un incontro in cui gli oltre 2 mila dipendenti della Argo sono stati informati della possibilità di ricevere delle offerte di lavoro da parte dei due costruttori, oppure delle indennità di licenziamento comprensive della copertura dell’assicurazione sanitaria. Tutti i lavoratori riceveranno anche un pacchetto di bonus e premi una volta perfezionata la liquidazione delle attività. Diversi sono i motivi alla base della decisione di chiudere la startup, fondata nel 2016 da Bryan Salesky e Peter Randers e diventata famosa l’anno dopo quando la Ford ha annunciato l’intenzione di investire 1 miliardo di dollari per rilevarne la maggioranza. Nel 2019, poi, Argo Ai è diventata uno dei pilastri dell’alleanza con la Volkswagen: i tedeschi hanno accettato di investire circa 2,6 miliardi di dollari, di cui 1 miliardo tra acquisto delle azioni e conferimenti di capitali e la restante parte sotto forma di trasferimento della Autonomous Intelligent Driving GmbH di Monaco di Baviera. All’epoca, la startup è stata valutata ben 7 miliardi di dollari in virtù delle elevate aspettative su un rapido sviluppo di veicoli robot. Le speranze, però, sono state del tutto disattese: oltre alle difficoltà di sviluppare tecnologie già pronte per la commercializzazione, ha influito anche l’incapacità di attrarre nuovi investitori sia per le attuali condizioni macro-economiche, sia per il generalizzato timore che la guida autonoma sia molto lontana dal diventare una realtà di tutti i giorni.

Le difficoltà. Lo dimostrano i numeri: la Ford ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 827 milioni di dollari, attribuibile per lo più alla svalutazione da 2,7 miliardi effettuata sulla sua partecipazione nell’azienda di Pittsburgh. D’altro canto, la stessa Casa di Dearborn ha ammesso le difficoltà di sviluppo delle tecnologie per la guida autonoma. L'amministratore delegato Jim Farley puntava a lanciare i primi veicoli robot già per la fine del 2021, ma ora ha riconosciuto che la “situazione è cambiata” al punto da spingere l’Ovale blu a preferire il lancio di dispositivi per l’assistenza alla guida di livello 2+ e 3 (secondo la classificazione Sae): "Lo sviluppo e l'entusiasmo dei clienti per i vantaggi degli Adas L2+ e L3 giustificano le aspirazioni e l'impegno a breve termine dell'azienda in queste due aree". Inoltre, la Ford potrebbe trovare conveniente acquistare all’esterno le relative tecnologie più che svilupparle internamente: "Siamo ottimisti su un futuro per gli Adas L4, ma i veicoli redditizi e completamente autonomi su larga scala sono molto lontani e non dovremo necessariamente creare questa tecnologia da soli". Il gruppo Volkswagen, dal canto suo, ha sottolineato l’intenzione di “non investire più su Argo Ai” e di concentrare tutte le attività per la guida autonoma all’interno della controllata Cariad e della partnership con la Bosch (per il mercato cinese l’azienda si è recentemente alleata con la Horizon Robotics).

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