Il caso del dieselgate rischia di riaprirsi in modo clamoroso con milioni di richiami per autovetture già sottoposte a precedenti campagne di aggiornamento o riparazione. Il tribunale amministrativo dello Schleswig-Holstein, in Germania, si è infatti pronunciato a favore dell’organizzazione ambientalista Deutsche Umwelthilfe (Duh), dichiarando "illegale" l’aggiornamento del software eseguito dalla Volkswagen dopo l'esplosione dello scandalo.
Schiaffo alla Kba. Si tratta di una sentenza, che, ovviamente, può essere (e con ogni probabilità, sarà) oggetto di un ricorso in appello, ma rappresenta un colpo di scena nell’intera vicenda del dieselgate, perché ribalta una precedente sentenza del 2017 contraria alle istanze della Duh e infligge uno schiaffo in piena regola alla Kraftfahrtbundesamt (Kba, l’autorità di vigilanza dei trasporti, analoga alla nostra motorizzazione civile). Quest'ultima, infatti, aveva autorizzato l’aggiornamento nel 2016, dando così il via libera a una correzione dei software di gestione dei dispositivi per il ricircolo di gas di scarico di milioni di veicoli dotati di motori a gasolio quattro cilindri EA 189.
Rischio richiami. La sentenza, che riguarda il problema mai del tutto risolto dell’efficacia delle finestre termiche, potrebbe ora portare a una riapertura dell’intero caso, con milioni di possibili richiami non solo in capo al gruppo di Wolfsburg: la Duh, infatti, ha in programma di avviare nuove cause contro la Kba contestando analoghe autorizzazioni concesse alla Mercedes e alla BMW. In caso di successo, i tre costruttori tedeschi rischiano di dover avviare il richiamo di almeno dieci milioni di veicoli. La Volkswagen è comunque in attesa delle motivazioni della sentenza per decidere quali passi intraprendere, a partire da un ricorso in appello. Del resto, la pronuncia del tribunale amministrativo determina come effetto immediato la revoca dell’autorizzazione della Kba. Tra l’altro, l’iniziativa dalla Duh potrebbe scatenare iniziative simili da parte di altre associazioni. Lo scorso novembre, la Corte di Giustizia europea ha espresso un parere secondo il quale le organizzazioni ambientaliste hanno il diritto di intraprendere analoghe iniziative contro le omologazioni di veicoli diesel.
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