Carlos Tavares torna a lanciare un allarme sulle conseguenze della mobilità elettrica sull'industria automobilistica occidentale. E lo fa alla vigilia di un appuntamento a Bruxelles che dovrebbe portare alla ratifica del bando delle endotermiche per il 2035. Nel corso di un incontro con la stampa americana, incentrato sulla decisione di chiudere l'impianto di Belvidere, in Illinois, l'amministratore delegato del gruppo Stellantis ha ribadito che la transizione verso la mobilità elettrica avrà un impatto importante sul settore, determinando un probabile ridimensionamento delle attività manifatturiere: "Dobbiamo trovare una soluzione al fatto che la tecnologia che è stata imposta è del 40% più costosa" rispetto quella dei veicoli a combustione, il che comporta, dei "cambiamenti nell'impronta produttiva" non solo del gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Psa.
Trasformazione da affrontare. "Dobbiamo adattarci a questo nuovo mondo. La realtà della trasformazione del mercato è la realtà che dobbiamo affrontare", ha proseguito Tavares, secondo il quale le problematiche dell'impianto di Belvidere non sono specifiche, ma riguardano questioni ben più ampie e complesse, "un problema globale: se non lo risolviamo, tutti saranno nei guai". Di conseguenza, Stellantis, come tutti gli altri costruttori, deve "ottimizzare" produzione e distribuzione per ridurre i costi e porre le basi per rendere le auto elettriche più accessibili. Il gruppo, ha spiegato il manager portoghese, "non può trasferire l'aumento dei costi sui consumatori perché molti non sarebbero in grado di permettersi auto nuove e non può vendere veicoli elettrici in perdita" e pertanto deve assorbire il più possibile gli oneri aggiuntivi, anche tramite un razionalizzazione del perimetro operativo.
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