Il via libera definitivo al regolamento europeo sullo stop alla vendita di auto a combustione interna nel 2035 è sempre più a rischio. Lo dimostra la decisione del Coreper, l'incontro degli ambasciatori dei Paesi membri Ue propedeutico al Consiglio del 7 marzo prossimo, di rinviare a venerdì l'esame preliminare del testo già approvato in seconda lettura dall'Europarlamento. Il motivo, secondo quanto riferito da diverse agenzie di stampa, sarebbe legato dalla crescente incertezza sulla possibilità di raggiungere la maggioranza qualificata per l'approvazione definitiva a causa dei dubbi epressi dai rappresentanti tedeschi.
Tra contrari e astenuti. In particolare, il voto contrario annunciato dall'Italia è stato seguito da un'identica decisione da parte della Polonia e dall'astensione della Bulgaria. Inoltre, sarebbe sempre più in bilico la posizione della Germania, come dimostrato dalle dichiarazioni di ieri del ministro dei Trasporti Volkser Wissing su una possibile astensione (vale come voto contrario). In sostanza, i quattro Paesi sarebbero pronti a bloccare una procedura data da tempo per scontata perchè andrebbero a formare non solo una minoranza di blocco, ma anche a ridurre il quorum. La condizione della maggioranza qualificata è legata al voto favorevole del 55% degli Stati (15 su 27) che devono rappresentare il 65% della popolazione. Le posizioni di Italia, Polonia, Germania e Bulgaria non intaccherebbero la la maggioranza, ma la percentuale della popolazione rappresentata si fermerebbe al 58,15%. Di conseguenza, il provvedimento verrebbe respinto. Da qui la decisione di rinviare l'esame per consentire una ricomposizione delle varie posizioni.
La dichiarazione dell'Italia. Intanto, il governo italiano ha inviato una dichiarazione ufficiale per ribadire quanto comunicato ieri sera dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica: "L'Italia - si legge nella comunicazione - condivide ed è pienamente impegnata nell'obiettivo di decarbonizzare il settore del trasporto stradale, in quanto la riduzione delle emissioni di CO2 del settore, in particolare quelle derivanti dalle autovetture e dai veicoli leggeri, è essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione". Tuttavia, "riteniamo che, nel settore del trasporto stradale, la decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso le emissioni zero e della neutralità tecnologica. Siamo certamente favorevoli all'elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, però, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unico percorso per raggiungere le emissioni zero. L'elettrificazione richiede cambiamenti significativi nell'intero settore automobilistico che devono essere pianificati e guidati con la dovuta attenzione, al fine di evitare effetti economici, industriali e sociali indesiderati", prosegue il governo.
Serve la neutralità. "Le auto con motore termico sono di proprietà di cittadini a basso reddito e rimarranno in circolazione oltre il 2035. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto dal modo in cui diventeranno accessibili per questi cittadini", si legge ancora nella dichiarazione di Roma, dove si sottolinea che "stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l'uso di carburanti rinnovabili, il regolamento proposto non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l'Italia non può sostenerlo". L'esecutivo Meloni ricorda quindi alcune delle condizioni necessarie per sostenere l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 100%, tra cui lo sviluppo di una catena di valore dei motori e delle batterie elettriche nell'Ue; un approvvigionamento sostenibile e diversificato delle materie prime; adeguate infrastrutture di ricarica e rifornimento; un miglioramento della rete elettrica; un adeguamento dell'intero settore automobilistico, anche attraverso la fornitura delle competenze necessarie; l'accettazione da parte del mercato dei nuovi veicoli, che dovrebbero essere disponibili a un prezzo accessibile, in particolare per le famiglie e i consumatori più vulnerabili.
Le raccomandazioni. Il governo accusa poi l'Unione europea di aver scelto un approccio "prevalentemente normativo" e delinea una serie di iniziative che dovrebbero essere adottate dalla Commissione Europea: sostenere con tutti i mezzi disponibili, legislativi e finanziari, la transizione del settore auto, in particolare delle pmi; monitorare e riferire sui progressi verso una mobilità stradale a zero emissioni, considerando tutti i fattori che contribuiscono a una transizione equa ed efficiente dal punto di vista dei costi, compresa una valutazione delle possibili carenze di finanziamento; garantire, sulla base del monitoraggio, una revisione rigorosa e credibile degli obiettivi nel 2026; dare seguito alla disposizione che prevede l'immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2; presentare una proposta per includere nel regolamento meccanismi di contabilizzazione dei benefici, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, dei carburanti rinnovabili.
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