La filiera della componentistica italiana archivia il 2024 con fatturato e marginalità che scendono rispettivamente del 6% e del 20% rispetto al 2023, come conseguenza del crollo della produzione auto, a -11,3%, ai minimi da un quarto di secolo. Lo rivela uno studio di PwC Strategy&, che elabora previsioni poco incoraggianti per il 2025, anche perché “nessuno dei principali 10 modelli venduti in Europa nel prossimo biennio sarà prodotto nel nostro Paese”. Come noto, le imprese legate al motore termico risulteranno le più penalizzate: entro il 2030 (data del bando termico Ue) il loro fatturato si dimezzerà, mentre crescerà del 30% annuo quello della componentistica dell’elettrico.
Evoluzione della specie. “I fornitori automotive dovranno riqualificare la loro offerta”, aggiunge il report, concentrandosi dove possibile “sui segmenti dei veicoli medio-pesanti e off-road, che presentano marginalità mediamente più elevate” rispetto al comparto dei mezzi leggeri. Da sfruttare “la crescita del canale aftermarket, generato dall’aumento del parco circolante”, sempre più vecchio. Possibili opportunità potrebbero anche arrivare dall’espansione dei giganti stranieri fuori dai loro Paesi, come la cinese BYD che produrrà in Ungheria e Turchia.
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