In america ci sarà anche la versione semi automatizzata, ma in Europa la Mini Roadster arriverà solo con il tetto ad apertura manuale. Al Salone di Detroit, dove la due posti scoperta debutta in anteprima mondiale, abbiamo provato come funziona il sistema di apertura e chiusura.
Come funziona. Tutto si comanda attraverso un maniglione centrale. Se la pioggia vi sorprende mentre siete a spasso con la Roadster, dovete fermarvi, afferrarlo (si trova appena dietro i poggiatesta, in posizione centrale), girarlo di 90 gradi e tirare la capote fin sopra la testa. A quel punto, un'altra rotazione della maniglia permette al tetto di ancorarsi sopra al parabrezza. Un'operazione veloce, che non richiede né molta forza né molto tempo, ma per cui bisogna muoversi un po': tirare il tetto fuori dal suo alloggiamento è più comodo se si sta in piedi al fianco dell'auto, mentre le operazioni di bloccaggio e sbloccaggio tetto-traversa anteriore richiedono che si sia seduti all'interno. Una soluzione semplice ed efficace, che ripaga della piccola fatica con una maggiore leggerezza.
Il mercato. Parlando a Detroit, il membro del board Ian Robertson ha esposto i risultati del marchio, che nel 2011 ha raggiunto il record di vendite con 285 mila unità, il 22% in più rispetto al 2010. Gli Stati Uniti sono stati il primo mercato, con 57 mila unità (+26%), seguiti da Regno Unito e Germania. La strategia di espansione è già tracciata: nel 2011 è iniziata la commercializzazione della coupé e, negli Usa, della Countryman; nel corso di quest'anno, invece, sarà presentata la Paceman, vale a dire la Suv a tre porte. "Oggi abbiamo 110 concessionari negli Stati Uniti", ha detto Robertson, "e li porteremo a 125 nei prossimi anni. E poi pochi giorni fa abbiamo annunciato un altro passo essenziale nella storia della Mini: quest'anno lanciamo il marchio in India".
Da Detroit, Claire Bal
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