Sono prove di un futuro alternativo, anzi super alternativo. Già, perché la Skoda Vision X, appena presentata a Ginevra e vettura anticipatrice della crossover compatta che vedrà la luce nel 2019, combina tre alimentazioni diverse (benzina, metano, elettrico) con l'esplicito obiettivo di contenere i consumi e le emissioni: un cocktail davvero molto interessante, soprattutto in Paesi dove il gas naturale è molto popolare (Italia in primis), riversato nelle forme taglienti e avveniristiche di una Suv in sintonia con i gusti del momento. Dopo il debutto svizzero, siamo volati a Praga per sederci al volante di questo prototipo, di fatto un'ibrida bi-fuel basata sulla piattaforma Mqb, per scoprire che molto di quanto preannunciato troverà spazio anche sul modello di serie.
Skoda Vision X: primi metri a bordo della concept boema
Originale e visionaria. La “magia” della Vision X, un nome che è programma, sta nel powertrain, composto da un motore endotermico (l’1.5 TSI G-Tec da 130 CV e 250 Newtonmetro di coppia) appositamente modificato per viaggiare sia benzina sia a metano. A questo, si aggiungono due unità elettriche: la prima, da 21 kW e 70 Nm, è posizionata sull’asse posteriore e abilita la trazione 4x4 senza bisogno di alberi di trasmissione; mentre il secondo motore, più piccolo, funziona da alternatore, andando a supportare il quattro cilindri. Chiaramente, per il funzionamento del sistema servono anche due bombole di metano (una collocata sotto il divano, l'altra dietro l’asse posteriore), il serbatoio della benzina e una batteria agli ioni di litio, ricaricabile in fase di frenata. La gestione autonoma dei due motori permette di selezionare a piacimento la tipologia della trazione, che può essere solo anteriore, solo posteriore o, per l'appunto, integrale.
Tutto digitale. Sulla carta, la Vision X archivia l’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9,3 secondi ed è in grado di raggiungere una velocità massima di 200 km/h. Nella capitale ceca, abbiamo provato il prototipo in un percorso chiuso e con un'andatura ridotta: contesto in cui, più più che le caratteristiche dinamiche o il “feeling” del powertrain (a un primo ascolto identico a quello di un normale endotermico, a cominciare dal rombo del motore), abbiamo potuto osservare da vicino le soluzioni per gli interni. Fatta eccezione per le soluzioni più avveniristiche, se vogliamo proprio da concept, la presenza più evidente è il touch screen centrale di tipo tablet da 12,3 pollici che ha trasformato in icone quasi tutti i comandi del prototipo. Anche il quadro strumenti è stato sostituito da uno schermo in alta risoluzione, il quale ospita gli indicatori dei due carburanti e quello della carica della batteria: la digitalizzazione estrema non potrà piacere a tutti, soprattutto per quel che riguarda i comandi della console centrale, ma è certamente in linea con le tendenze più recenti e, soprattutto, quelle che si stagliano all'orizzonte.

Ciò che resta del prototipo. I tecnici e i designer della Skoda assicurano che il modello di serie - anch'esso basato sull'architettura Mqb e posizionato al di sotto della Kodiaq e della Karoq – erediterà parecchie caratteristiche del prototipo, a partire dalle linee spigolose della carrozzeria (tra l'altro, la lunghezza della Vision X, 4,26 metri, dà un'idea chiara sulle prospettive dell'incarnazione finale). Chiaro, i cristalli realizzati a mano, impiegati per impreziosire la griglia anteriore, i gruppi ottici e molti particolari degli interni, saranno sostituiti da altri elementi; e la stessa metamorfosi "normalizzante" si applicherà ad altre proposte estreme del prototipo, per esempio i sedili o le bocchette dell'impianto di climatizzazione; ma l'impostazione generale della carrozzeria e la plancia ordinata, pulita e hi-tech (il tablet centrale è stato già confermato nei futuri modelli) saranno certamente ereditate dalla crossover compatta che troveremo nei concessionari e che non ha ancora un nome. Anche il powertrain ibrido bifuel resterà nei laboratori cechi, sostituito – almeno all'inizio – da una gamma motori esclusivamente endotermica: tuttavia, la Casa conferma di essere già al lavoro su possibili evoluzioni da portare sul mercato. Sul se, sul come e sul quando le bocche restano cucite, ma è evidente che la sperimentazione sul trio benzina-metano-elettrico tornerà utile quando la normativa sulle emissioni subirà l'ennesima stretta. Questione, ormai, di pochissimi anni.
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