Più di 40 clienti su 100 hanno ordinato la precedente generazione di BMW M5 con il Competition Package, perché evidentemente le prestazioni della berlina di Monaco andavano loro strette. La divisione sportiva M, dunque, ha deciso che da oggi Competition non è più un pacchetto, ma una versione a se stante che si pone un gradino sopra alla M5 standard, come nel caso della M2 Competition lanciata contestualmente alla berlina.
BMW M5 Competition, per chi non si accontenta
Non è (solo) una questione di potenza. I soli 25 cavalli in più rispetto alla M5 base non devono trarre in inganno. In realtà c’è molto di più e gli ingegneri hanno lavorato di fino, proprio come nel caso del precedente Competition Package ma con qualcosa di più. Un esempio? Il V8 4.4 biturbo (che passa da 600 a 625 CV) è montato su supporti specifici la cui rigidità passa da 580 a 900 N/mm, per far sì che l’intera struttura anteriore sia più solida e ne possa beneficiare la dinamica di marcia, con un inserimento in curva più rapido e preciso. Ancora, tutto il comparto sospensioni è più rigido (molle, ammortizzatori, barre antirollio, corpo vettura 7 mm più basso) e prevede angoli di camber e di incidenza più spinti. Come dire, un fine tuning globale, e non soltanto una mappa motore più spinta, per rendere la M5 più efficace se la si vuole usare in maniera più dinamica. Ora, nutriamo qualche dubbio sul fatto che la berlina di Monaco possa essere l’arma definitiva da track day e che i clienti la scelgano per questa finalità. Ma nel caso dovesse succedere, come abbiamo sperimentato sulla pista Ascari in Spagna, la M5 Competition è tutto tranne che un pesce fuor d’acqua.
Agile e fulminea. Tralasciamo per un attimo le già note doti del propulsore, non saremmo sinceri se dicessimo che i 25 CV di differenza si percepiscono subito e in maniera netta: il V8 biturbo è un furia, coppia e cavalli abbondano a qualsiasi regime e devi spesso guardare il contagiri per non finire in zona rossa, perché il pur esteso arco d’utilizzo (che di fatto spazia dal minimo a limitatore), pare vada stretto all’otto cilindri. A colpire positivamente, semmai, è la generalizzata sensazione di agilità che offre la vettura, sia negli inserimenti in curva sia nei veloci cambi di direzione. Grazie a un avantreno preciso e alle ruote posteriori che seguono fedelmente le linee impostate, hai sempre la sensazione di avere a che fare con una vettura ben più leggera e compatta di quanto non sia realmente. I veri miracoli, poi, li fa la trazione integrale, o meglio il sistema introdotto sulla nuova M5, che permette di viaggiare in modalità 4WD oppure 2WD. Quest’ultima funzione è puro divertimento: due ruote motrici e Dsc completamente disattivato ideale se hai davvero intenzione di porre fine alla vita delle ruote posteriori. La modalità più efficace è però la 4WD Sport, che ha il pregio di rendere più performante la M5 in termini cronometrici senza compromettere il piacere di guida. E di quest’ultimo aspetto te ne rendi conto alla prima curva, quando in uscita puoi godere di un grip meccanico sconosciuto alla sola trazione posteriore, ma con quella leggera tendenza al sovrasterzo che aiuta a chiudere la linea impostata e a divertire chi ha in mano il volante.

Un sound speciale. Tra le peculiarità della versione Competition, oltre alle ruote di alluminio forgiato da 20” e alle finiture nero lucido, c’è un impianto di scarico specifico che enfatizza le note del V8 biturbo, che effettivamente necessitava di maggior carattere. La M5 Competition è già ordinabile al prezzo di 131.200 euro, 9.200 euro più della versione standard.
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