Se la Skoda Rapid a tre volumi ci è sembrata costruita per soddisfare le esigenze di una famigliola classica, questa versione Spaceback, una sorta di station compatta, pare rivolgersi a un pubblico diverso, un po’ meno tradizionalista e moderatamente alternativo, che non punta sulla solita wagon, sviluppata attorno a un enorme baule, ma a un’auto un po’ più dinamica, che abbia dalla sua doti come la funzionalità e la concretezza.
Poco assetata. In effetti, il suo principale punto di forza emerge alla prima sosta al distributore: con un pieno di gasolio da 55 litri, la Rapid riesce a fare oltre 1.200 km su percorsi prevalentemente extraurbani, che tradotti in consumi significano poco più di 4,5 litri per 100 chilometri. Ne deriva una media complessiva che si mantiene alta, circa 18 km/litro, anche mettendo nel conto città e autostrada. Per il resto emerge uno standard qualitativo elevato, molto vicino a quello di una Golf, tanto per restare in famiglia. Traspare, forte, la sensazione di essere al volante di un’auto solida, rifinita senza troppe economie, magari più sobria di altre, ma non certo per aver lesinato sulla qualità dei materiali. Nel bagagliaio i fianchi del vano non sono adeguatamente rivestiti e il piano di carico sembra un po’ leggero, così come la la capienza, sia pur buona, non è certo straordinaria. In compenso, non si è costretti a rinunciare alla ruota di scorta, di misura diversa rispetto al treno di super ribassate da 17˝ montato sulla vettura.
Come va. A questo proposito, diciamo subito che le quattro gomme sono fin troppo sportive per il carattere della nostra Rapid, che però le garantiscono una generosa tenuta di strada, oltre ad aver migliorato la risposta dello sterzo rispetto alla berlina con pneumatici da 16˝ provata l’anno scorso. In particolare, sono aumentati il feeling di guida e la sincerità di comportamento, senza negativi effetti sul confort. L’azione di filtraggio delle irregolarità stradali garantita dalle sospensioni è efficace, così come la capacità d’isolamento dal rumore. Soltanto il motore alza un po’ troppo la voce quando lo si spinge nei pressi della zona rossa del contagiri, dove tradisce anche una certa ruvidità di funzionamento. Se, però, non si esagera con l’acceleratore, guidare questa Rapid è un piacere, per la morbidezza nell’erogazione della coppia e la fluidità di marcia, malgrado qualche leggera resistenza della leva del cambio durante la selezione veloce dei cinque rapporti (la versione col cambio automatico Dsg per ora non è disponibile con questa motorizzazione).
In sintesi. Non è la tipica familiare per la quale tutto passa in secondo piano a favore dello spazio disponibile dietro i sedili, ma una station compatta, dove il bagagliaio capiente è soltanto uno dei punti di forza. Gli altri sono la gradevolezza di guida, la maneggevolezza e un confort degno di un’auto di classe superiore. A ciò bisogna aggiungere un motore, il ben noto turbodiesel del gruppo di Wolfsburg, che unisce buon carattere e rara souplesse a consumi decisamente contenuti.
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