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Sicurezza

Università di Genova
L'insonnia raddoppia i rischi alla guida

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Sul pericolo dei colpi di sonno alla guida, non ci sono dubbi né misteri per nessuno, e le Case da anni sviluppano dispositivi in grado di cogliere i segnali di stanchezza dei guidatori, collegati ad avvisi sonori e visivi per richiamare l'attenzione e suggerire, per esempio, la sosta caffè (mentre, sul fronte stradale, le bande sonore ai limiti della carreggiata hanno salvato innumerevoli vite dalla loro diffusione iniziata nel 1952 nel New Jersey). Sul pericolo dell'insonnia, invece, per quanto la correlazione con il rischio di incidenti stradali sia nota, mancava uno studio con un ampio campione. Per la prima volta, una ricerca condotta dal Dipartimento di Neuroscienze dell'università di Genova, pubblicato sulla rivista scientifica “Plos One”, prende in esame questo tema con una ricerca sul campo e un approfondito sondaggio sulla categoria di lavoratori più interessati al fenomeno: gli autotrasportatori.

Esaminati 949 camionisti. La letteratura scientifica da anni ha documentato l’esistenza di una correlazione tra insonnia e rischio di incidenti stradali. Ma nessuna ricerca, fino ad oggi, aveva realizzato un sondaggio così ampio su una singola categoria lavorativa: in questo caso, 949 autotrasportatori hanno completato l’esame clinico e i questionari. Si è potuta raggiungere così la conclusione che l'insonnia, oltre a  rappresentare un fattore di rischio che raddoppia la probabilità di incidenti e infortuni, aumenta la probabilità di ammalarsi di patologie croniche metaboliche e cardiovascolari.

Rischio triplicato. L’insonnia, in particolare se associata a malattie come l’apnea notturna (OSA), può aumentare il rischio di incidenti stradali, fino a tre volte. Ma non è tutto. "Un primo dato sorprendente è rappresentato dal fatto che nel 27,5% dei partecipanti è stata posta diagnosi di insonnia e la maggiore parte di questi presenta una maggiore prevalenza di malattie cardiovascolari, diabete, depressione e disturbi respiratori"”, spiega il neurologo Sergio Garbarino, dell'Università di Genova. "Inoltre gli autotrasportatori che soffrono di insonnia rischiano quasi il doppio di incidenti stradali e il triplo di quasi incidenti (Near Miss Accident) rispetto ad altri conducenti che non presentano la concomitante presenza di altre malattie o disturbi del sonno".

Più prevenzione. “L'insonnia dovrebbe essere considerata un fattore di rischio per gli incidenti, indipendentemente dalla durata del sonno e dalla presenza contemporanea di apnea notturna o altre malattie", conclude il professor Nicola Magnavita (Medicina del Lavoro) dell'Istituto di Salute pubblica dell'università Cattolica di Roma. "La formazione dei dipendenti sulla necessità di dormire in modo adeguato e l'assistenza medica per i disturbi del sonno sono una parte essenziale dei programmi di prevenzione". Lo studio pubblicato fa parte del "Progetto CNH Iveco Industrial Check-Stop", un'azione internazionale per la sicurezza stradale, sostenuta dall'Autorità dell'Unione Europea per la Sicurezza stradale e dal Ministero dei trasporti.

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