Che non fosse una questione di "se", ma di "quando", lo si era intuito fin dal principio. A Milano, la confusione e l'approssimazione con cui sono stati introdotti centinaia di monopattini nella mischia della mobilità cittadina non poteva che preludere a una sequela di infrazioni, con l'inevitabile corollario di incidenti, più o meno gravi (tanto che più di recente persino l'Osservatorio dell'Asaps ha rinunciato a contarli tutti). È successo e continua a succedere un po' ovunque, sui marciapiedi come agli incroci, sul pavé del centro e sulle malconce strade di periferia: pedoni travolti, giovani boarder investiti dopo aver bruciato uno stop o per avere attraversato in velocità le strisce pedonali (spesso con conseguenti problemi assicurativi).Un'escalation di casi che ha spinto la Procura di Milano ad aprire un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato, su cui indaga un pool di magistrati coordinato dal procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano. Un filone di indagini che si aggiunge al procedimento in corso presso il Tar regionale, che aveva bacchettato il Comune per le modalità «troppo leggere» adottate nella selezione degli operatori che offrono i monopattini in affitto. Criteri casuali e incuranti delle misure di sicurezza, che riaccendono il dibattito sulla pericolosità di tavolette elettriche, segway, hoverboard e affini, oltre che sulla necessità di disciplina. Sul piatto c'è il tema delle regole, che in tanti, e da più parti, invocano a gran voce: «Bisogna introdurre subito casco e assicurazione obbligatori e un patentino che attesti la conoscenza base del Codice della strada», afferma l'eurodeputato milanese Carlo Fidanza, che a Bruxelles siede in commissione Trasporti. Gli fa eco il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Fabrizio De Pasquale: «Già a gennaio avevo scritto al sindaco affinché i monopattini in condivisione fossero tassativamente dotati di luci, limitatori di velocità, assicurazione e software per inibirne l'uso nelle aree improprie, come i marciapiedi. Nel marasma attuale, una soluzione temporanea per garantire la sicurezza è lo stop ai noleggi dalle 21 alle 6.30, come a Parigi». C'è poi la questione legata alla targa, che consentirebbe di sanzionare chi trasgredisce. I vigili non possono multare tutti: «Chiederemo al Comando di essere dotati di strumenti in grado di misurare rapidamente la reale potenza dei monopattini, perché uno dei problemi evidenti è la loro velocità», dice Daniele Vincini, segretario regionale del Sulpl. Per il presidente di AC Milano, Geronimo La Russa, la questione è più ampia: «Servono consapevolezza, conoscenza delle regole stradali, infrastrutture adeguate e controlli rigorosi. Non rischia solo chi sta sul monopattino, ma anche chi lo incrocia. E questo è inaccettabile». I controlli dei vigili? Inesistenti. Vincini, aggiunge che esiste una difficoltà oggettiva a sanzionare chi usa in maniera disinvolta i monopattini: non hanno la targa e sono difficili da fermare per strada in sicurezza. Giovanni Aurea, delegato Rsu della Polizia locale, ricorda che non sono nemmeno previsti i controlli per questi mezzi: «Quando avvengono, è solo a seguito della segnalazione di un cittadino». Intanto, su change.org arriva una petizione: «Bici e monopattini devono rispettare il Codice della strada». Si parte da lontano, insomma...
(testo ripreso dall'inserto Nordovest di Quattroruote di settembre 2020)
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