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Nigel Mansell
Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

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Spettacolare, entusiasmante, divisivo. Amatissimo dal pubblico britannico, ma non solo. Nigel Mansell, oggi neosettantenne, ha un posto importante nella F.1. Per il suo vissuto, la sua grinta, il coraggio al di là delle possibilità umane. Insomma, se seguivi il circus iridato negli anni 80 e nei primi 90, difficilmente ti lasciava indifferente. Memorabili certi suoi duelli con Ayrton Senna (che lo teneva sempre d’occhio) e con il compagno di squadra alla Williams, Nelson Piquet, con il quale furono scintille. Così come con Alain Prost. Ma c’è un’altra cosa di Nigel che mi piace sottolineare: è diventato campione del mondo di F.1 una sola volta, nel 1992: una bella ingiustizia, considerati il suo coraggio e talento, per uno che ha vinto 31 G.P. ed è salito sul podio 59 volte. Scorriamo allora alcuni momenti chiave della carriera di colui che è noto come il Leone d’Inghilterra.

Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

Coriaceo. Nigel Ernest James Mansell nasce l’8 agosto 1953 vicino a Birmingham. Non è ricco, anzi per correre deve fare mille lavori e impegnare tutte le sue risorse. Per questo inizia tardi, riuscendo comunque a farsi strada nei kart e poi nella F.Ford inglese, dove diventa campione nel 1977, nonostante una frattura al collo causata da un incidente in prova. Arriva vicino alla tetraplegia, ma fugge dall’ospedale e continua con le corse. Un personaggio. E per passare in F.3, è costretto pure a vendere la casa dove vive con la moglie Rosanne. Nel 1979 subisce un altro grave incidente, che per poco non gli costa molto caro (vertebre rotte). Ce la farà a superare questo e altro. Nel frattempo, viene notato da Colin Chapman, il grande patron della Lotus, ma nonostante le sue buone prestazioni in pista, viene assunto inizialmente come collaudatore.

Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

Debutto col botto. Esordisce al G.P. d’Austria del 1980 con una Lotus poco competitiva, ma il pilota inglese tiene lo stesso a far bella figura. La sfortuna ci mette lo zampino, sotto forma di una perdita di carburante che gli procura terribili ustioni al fondoschiena, ma lui risponde da par suo: tira il collo al Ford Cosworth fino a quando il motore cede. È costretto al ritiro, piegato dal dolore, ma, almeno, non ha mollato. Gli anni alla Lotus non sono facili, perché le monoposto inglesi sono spesso inaffidabili e poco competitive, e poi perché il compagno Elio De Angelis è molto veloce. Con la Lotus, Nigel si lascia in malo modo a fine 1984, e passa alla Williams. 

Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

Che iella! Nel 1985 è la svolta. Mansell vince i Gran premi d’Europa e del Sud Africa, facendo il salto di qualità. Ora anche gli altri credono di più nel suo talento. Nel 1986 Nigel perde incredibilmente il suo primo mondiale Piloti per due soli punti, ad Adelaide, dopo uno spettacolare cedimento di un pneumatico nel finale, che l’inglese gestisce in pieno rettilineo da vero funambolo. Il compagno Piquet viene richiamato ai box a cambiare le gomme, così a vincere il titolo è Alain Prost, su MacLaren Tag-Porsche. Il pilota britannico cerca di rifarsi nel 1987, domina la prima parte di stagione, poi un brutto incidente occorso in prova a Suzuka (nello “Snake”) gli impedisce di giocarsela contro il compagno di squadra Piquet, che si laurea campione del mondo. Per far capire il temperamento di Nigel, basti l’esempio del G.P. di Gran Bretagna, sempre nel 1987: nell’occasione, l’idolo del pubblico si produce in una fantastica rimonta su Piquet, andando a vincere una memorabile edizione della corsa di casa. E, nel giro d’onore, Mansell si ferma a baciare il tratto d’asfalto sul quale ha superato il brasiliano. Scoppia la “Mansellmania”.

Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

Che caratterino. In squadra le sue lamentele fanno epoca, soprattutto con i capi, Patrick Head e Frank Williams; però Nigel, dalla sua, ha sempre i tifosi. Dopo un 1988 privo di soddisfazioni, arriva il clamoroso passaggio alla Ferrari. Che presenta l’innovativa monoposto 640 creata dal mago inglese John Barnard, e dotata del primo cambio semiautomatico sequenziale portato all’esordio in gara. A sorpresa, la vettura vince al debutto in Brasile proprio con Nigel, poi seguono diversi ritiri. In Ungheria, altra impresa (sempre col numero 27 sulla carrozzeria): Nigel parte 12° e stravince, anche grazie a uno storico sorpasso su Senna, durante il doppiaggio di Johansson. Nel 1990 la Ferrari si gioca il titolo contro la McLaren di Senna. Ma le lotte intestine al Cavallino, tra Mansell e il compagno Prost, in fondo, faranno la differenza (insieme allo speronamento di Ayrton a Prost al via del G.P. del Giappone). Altro episodio da cineteca, quell’anno: al G.P. del Messico Mansell sta combattendo ruota a ruota contro Gerhard Berger (McLaren-Honda), per il secondo posto, mentre Prost ha superato Senna e conduce la gara. Ebbene, Berger “osa” superare Mansell in modo duro alla prima curva e l’inglese gli rende la pariglia umiliandolo all’esterno della Peraltada, il curvone che immette sul rettilineo. Arrivano in volata, a meno di due decimi di secondo, con Nigel davanti. Che spettacolo, che Ferrari.

Il Leone d'Inghilterra compie 70 anni!

Finalmente bi-campione. Nel 1991, dopo l’annuncio del ritiro, Nigel torna alla Williams. Si aggiudica cinque gran premi, ma non può fare nulla contro lo strapotere di Senna e della sua McLaren-Honda. Arriva così il 1992, quando finalmente il pilota inglese riesce a coronare il (meritatissimo) sogno di conquistare il mondiale Piloti, con la Williams-Renault. Vince nove G.P., ma poi, per diverbi con Sir Frank, annuncia di nuovo il ritiro. Nigel decide poi di andare a correre negli Usa, in IndyCar con la Newman-Haas racing: diventa subito campione su circuiti (compresi i temuti ovali), che non aveva mai visto. Secondo me, uno dei suoi pezzi migliori, a 40 anni suonati. Nel 1994 viene poi richiamato dalla Williams per guidare la macchina dopo la morte di Senna a Imola. Riesce pure a vincere in Australia e poi chiuderà la carriera in F.1 alla McLaren. Che dire? Nigel ha portato emozione pura in F.1. Ed è stato uno dei pochi, insieme a Gilles Villeneuve, Ayrton Senna e Michael Schumacher, in grado di far sobbalzare i tifosi dal divano. Grazie, Leone.

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