Il cielo sopra il Mugello sapeva di benzina e pioggia. Le Finali Mondiali Ferrari hanno chiuso la stagione con questa miscela perfetta di adrenalina e appartenenza. Tre giorni intensi, tra gare, esibizioni e una “bomba d’acqua” domenicale che non ha raffreddato l’entusiasmo delle migliaia di tifosi assiepati sulle tribune. Famiglie, collezionisti, appassionati: un popolo in rosso riunito per il rito del Cavallino Rampante.
Al Mugello le Rosse sono a casa
Da oltre trent’anni, le Finali Mondiali sono la celebrazione collettiva del marchio Ferrari. Dalla prima edizione del 1993 a oggi, la manifestazione ha attraversato Europa, Stati Uniti e Medio Oriente, ma il Mugello resta la sua casa naturale. È qui che il rombo diventa linguaggio comune e che l’ingegneria incontra la passione. Le gare del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli e della Coppa Shell si sono alternate agli show dei programmi F1 Clienti e XX. Sull’asfalto umido, le scie d’acqua tracciate dalle vetture sembravano pennellate argentate, disegnate da un’unica mano. Nel paddock, una piccola “Ferraropoli”: boutique, stand di modellismo, simulatori, tute rosse e sorrisi. Ogni passo raccontava la stessa appartenenza.
Vent’anni di Programma XX
L’edizione 2025 ha segnato un anniversario speciale: vent’anni del Programma XX, nato nel 2005 con la FXX derivata dall’Enzo. Un laboratorio di ricerca in cui i clienti diventano collaudatori, sperimentando soluzioni destinate alle Ferrari di domani. Poi la 599XX, la FXX K e la sua evoluzione Evo, fino alla 499P Modificata, versione clienti della Hypercar campione del mondo endurance. Cinquanta vetture XX, su circa duecento prodotte, si sono date appuntamento in Toscana accanto a un centinaio di Challenge provenienti da tutti i continenti. Vederle insieme è stato come osservare vent’anni di evoluzione tecnica e stilistica condensati in pochi minuti: un dialogo continuo tra Maranello e le piste del mondo.
La Ferrari che vive nel digitale
Sabato sera, il Mugello ha accolto la F76, la prima Ferrari creata per il mondo virtuale. Un progetto NFT che celebra il primo trionfo del Cavallino a Le Mans nel 1949 e apre una nuova frontiera nell’esperienza del marchio. Disegnata dal Centro Stile diretto da Flavio Manzoni, la F76 è un manifesto di visione: doppia fusoliera, aerodinamica che diventa arte, flussi che si intrecciano come vene di un organismo vivo. La vettura è l’idea stessa di futuro, trasformata in linguaggio digitale: ne parliamo qui in maniera più approfondita.
Un arrivederci in Spagna
Dietro ogni dettaglio, la regia del reparto Attività Sportive GT guidato da Antonello Coletta, che tiene insieme Challenge, WEC, F1 Clienti e XX Programme come un’orchestra. Anche quest’anno il Mugello si è confermato palcoscenico perfetto, tra i saliscendi toscani e la pioggia che non spegne la passione. Durante la cena di gala è stato annunciato che nel 2026 le Finali si terranno in Spagna, ma lo spirito non cambierà: Ferrari come comunità, come fede, come linguaggio universale. Perché, anche quando il cielo si chiude e tutto tace, il suono del suo cuore continua a battere forte.
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