Nei motori a V, l’architettura più comunemente utilizzata prevede i condotti di aspirazione posti verso l’interno della V, fra le due bancate, con lo scarico diretto verso l’esterno. Una disposizione logica, nata per i motori aspirati, che permette di unire i collettori di aspirazione e svilupparli verso l’alto. In questo modo risulta più agevole posizionare corpi farfallati, sistemi di iniezione (o, nel passato, carburatori) e far respirare come si deve il motore, magari con una scenografica fila di tromboncini. D’altra parte, le due linee di scarico possono comodamente scendere ai lati e correre sotto la scocca, per arrivare a liberare al posteriore i gas combusti.
Con il turbo le cose cambiano. La faccenda si complica un po’ quando passiamo a motori sovralimentati tramite turbocompressore, perché in questo caso aspirazione e scarico non sono più due mondi completamente separati, ma devono incontrarsi nella doppia chiocciola. Ma siamo sicuri che questa disposizione sia ancora la migliore? Dovettero porsi questa domanda gli ingegneri Ferrari all’inizio degli anni 80, per lo sviluppo della prima Rossa turbo, la 126 CK, che nel 1982, in versione C2, riportò il titolo costruttori a Maranello. E la risposta che si diedero sfociò in una nuova architettura: la "V interna calda" (o Hot V, come la definiscono gli anglosassoni), così chiamata perché – al contrario di quanto prima descritto – lo scarico si trova fra le bancate e l’aspirazione è verso l’esterno.
Una soluzione sempre più diffusa. Questa particolare disposizione sta trovando sempre più applicazione anche in ambito stradale, dal V6 Ferrari della 296 GTB al V8 4.0 della Mercedes-Benz montato su diversi modelli AMG e Aston Martin, passando per le analoghe motorizzazioni dell'Audi e della BMW. I vantaggi, infatti, sono diversi. In prima battuta, alloggiando le turbine all’interno della V si ottiene un’architettura più compatta, con un minore ingombro laterale. Migliora poi la gestione termica: l’aria calda tende naturalmente a muoversi verso l’alto e con questa configurazione tutte le parti più calde sono concentrate al centro e nella zona alta del motore. Quindi il calore viene smaltito in maniera più efficace e tende meno a scaldare le altre aree, facilitando per esempio il lavoro degli intercooler nel permettere al motore di aspirare aria più fresca possibile. Infine, i condotti sia di aspirazione sia di scarico sono accorciati al massimo. Si favorisce così il flusso dei gas, migliorando la risposta all’acceleratore e riducendo il tanto temuto turbo lag.
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