Il test è molto semplice, e lo può fare chiunque abbia un’auto “vecchia” di tre anni o più, con un navigatore integrato e non aggiornato, evenienza che, specie se si tratta di un impianto supportato da Cd invece che da una scheda Sd, è tutt’altro che improbabile. Viaggiando nel Centro-nord - Nord soprattutto - si incontrano molte autostrade e superstrade che il vostro Gps non riconoscerà, rimandandovi un laconico e leggermente allarmante “off-road” sul display mentre le percorrete. Come mai? Semplice: perché negli ultimi tre anni, in Italia, sono state aperte diverse nuove arterie di collegamento veloce, che non sostituiscono le vecchie, ma vi si affiancano, rappresentando un’alternativa, a volte più veloce, altre meno trafficata, in genere più razionale.
Eppur (ci) si muove. Certo, detta in così potrebbe sembrare che il nostro Paese sia all’avanguardia nel campo delle infrastrutture. Sappiamo bene, però, che non è così. Dietro a molte di queste opere, infatti, ci sono stati ritardi a volte clamorosi (i trent’anni necessari a far nascere la Variante di Valico, per esempio), mentre in alcuni casi l’autostrada esiste, ma solamente per una parte del tracciato, come per la Asti-Cuneo e la Pedemontana. In altri casi ancora, la nuova autostrada è molto poco utilizzata. Per esempio, la Brebemi, che solo pochi giorni fa è stata connessa all’A4 all’altezza di Brescia. Nonostante queste assurdità, e non senza disagi per gli utenti – che, per esempio, sono tenuti a pagare un pedaggio salato sulla Tangenziale Esterna di Milano – queste strade oggi ci sono. A beneficio dei molti che transitano da quelle parti, ci è parso utile un riepilogo delle tratte nuove (e di alcuni caselli supplementari) perché, in fondo, avere un piano B è sempre utile a chiunque. Anche (e soprattutto) quando il navigatore non lo contempla.
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