Per avere la sensazione di stare all'aria aperta, sulla "Micra C+C" non c'è bisogno di ripiegare il tetto: il complesso marchingegno di metallo ha ampie finestrature di cristallo, che rendono l'abitacolo luminoso anche in un grigio pomeriggio di novembre.

Quando poi, complice la stagione, la sola "sensazione" di essere "en plein air" non basta più, è sufficiente premere un tasto per trasformare la "C+C" in una cabriolet. Il tutto in una ventina di secondi.

Se la parentela con la "Micra" berlina è evidente sia nelle forme esterne sia negli arredi dell'abitacolo, la "C+C" rivela una certa assonanza col modello d'origine anche nel comportamento su strada. E così, questa Nissan gioca la carta dell'equilibrio e della gradevolezza piuttosto che quella della sportività. A cominciare dalla posizione di guida, che tutto è fuorché sportiva: si sta seduti piuttosto alti, con le gambe ben piegate, e si ha a che fare con un volante troppo distante e troppo inclinato, che inoltre si può regolare soltanto in altezza. E anche l'impostazione del telaio è prettamente turistica: forse poco "gustosa", ricambia però con un'apprezzabile sicurezza di marcia e con reazioni sempre contenute e facili.

La "Micra C+C" ha una massa superiore di circa 110 chilogrammi rispetto al modello d'origine, dovuti in parte al tetto di metallo e vetro e in parte ai rinforzi per irrobustire il pianale. Il risultato è che i 110 CV del "1600" a benzina (il più potente dei due motori disponibili, l'altro è un "1400" da 88 CV) devono essere "spronati" per ottenere un po' di brillantezza, costringendo il pilota a fare un uso piuttosto intensivo del cambio, un cinque marce dagli innesti precisi anche se un po' contrastati.

Ma, in fondo, poco importa: come si diceva, la "coupé-cabriolet" della Nissan è soprattutto un'auto pratica e gradevole, perfetta compagna per un weekend o anche per viaggi d'un certo impegno, nei quali può far valere un bagagliaio di tutto rispetto: col tetto chiuso è semplicemente enorme, ma non ci si può lamentare neppure quando si viaggia "scoperti", visto che rimangono comunque disponibili 234 litri (rilevati dal nostro Centro Prove).

Se non bastasse, qualcosa ancora si può piazzare sui sedili posteriori, che vanno considerati più come l'estensione del bagagliaio che non come posti a sedere veri e propri: lo spazio per le gambe è più che risicato e lo schienale è talmente verticale da rendere il divanetto posteriore adatto soltanto per tragitti più che brevi.