A giudicare dall?Insignia, negli "studios" della Opel non è rimasto molto del passato. Il compito non era semplice, perché si trattava di rendere fresco e sorprendente quanto di più "istituzionale" si possa immaginare: una berlinona a tre volumi lunga più di 4,80 m. Ma i designer sono riusciti a realizzare una vettura radicalmente diversa: dalla coda, con quel terzo volume sfuggente e dinamico, fino ai fianchi e alle portiere "sciabolate".

Anche gli interni sono profondamente cambiati. I cruscotti grigi e squadrati d?un tempo sono (finalmente) soltanto un ricordo e hanno lasciato il posto a una plancia moderna, ricca e ben fatta. Fin troppo ricca, per certi versi: i tasti sono davvero molti e non chiaramente divisi per funzione. Un esempio: quelli per irrigidire l?assetto sono insieme a quelli dell?impianto multimediale. A rendere la vita un po? meno complicata ci pensa il rotellone sul tunnel, dietro la leva del cambio, una sorta d?interpretazione (semplificata) dell?iDrive della BMW. Per il cockpit ci sono soltanto elogi, a cominciare dalla posizione di guida che, grazie anche alle regolazioni elettriche dell?esemplare in prova (in allestimento Cosmo), consente con pochi tocchi di ritagliarsi una posizione pressoché perfetta.

Le dotazioni di serie sono apprezzabili, allineate a quelle delle rivali più titolate. E con 400 euro si può avere anche l?Opel Eye, una piccola telecamera (posta dietro lo specchio retrovisore interno) in grado di "leggere" i cartelli stradali con i limiti di velocità e di riportarne le indicazioni direttamente sul display al centro della strumentazione. Non manca neppure il FlexRide (800 euro), che consente di scegliere fra tre modalità di assetto (Standard, Sport e Tour) per ottenere un comportamento dinamico ottimale in qualsiasi condizione di guida e di fondo. A dispetto delle sue dimensioni e della sua impostazione generale, infatti, l?Insigna sa essere agile e divertente. L'Esp è tarato per non intervenire con eccessivo anticipo, il che richiede qualche attenzione in più sul bagnato, ma in compenso lascia intatto il piacere della guida sull?asciutto.

Sotto il cofano c?è un nuovo due litri turbodiesel da 160 CV (Euro 5) che è l?erede del 1.900 già montato su molti modelli della Casa. Pastoso e pieno a tutti i regimi, riesce a far dimenticare i 1.800 kg dell?Insigna, anche se di "cattiveria" non se ne parla proprio. Non male il cambio automatico, un sei marce moderno capace di sposarsi molto bene con le caratteristiche del motore. Da annotare solo qualche decibel di troppo (dalla tonalità marcatamente diesel) soprattutto ai regimi medio-bassi. Un aspetto che si ripercuote sul confort soprattutto nella guida cittadina, senza contare che i cerchi da 19" sono davvero poco adatti su rotaie e pavé. Ma sono cose che si dimenticano quando si viaggia davvero. Alle andature autostradali, il 2.0 litri diventa silenzioso. E i chilometri, a centinaia, si percorrono senza quasi accorgersene.