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Indefinibile, per certi aspetti contraddittoria, senza dubbio originale. La Ciroën C4 Cactus non nasce sul pianale Emp2 delle nuove medie del Gruppo PSA, ma sulla più leggera piattaforma 1. Le misure, rispetto alla Picasso, rendono l’idea: è un pochino più lunga (4 metri e 16 cm al posto di 4 e 10), decisamente più bassa (154 cm, barre comprese, contro i 167 della Picasso), mentre, per quanto riguarda il passo, guadagna sei centimetri a vantaggio dell’abitabilità. Il resto lo fanno i particolari e le dotazioni.
Caratteristiche. Quello che salta subito all’occhio sono le protezioni laterali dette "airbump". Composte da una pelle di materiale termoplastico saldata a un supporto rigido, così da formare sacche d’aria che si possono comprimere per 20 millimetri assorbendo i piccoli urti, hanno anche una funzione estetica: ricordano gli inserti di legno delle station americane di un tempo (o la Mini Clubman d’epoca). Nell'abitacolo, invece, si punta su uno chic essenziale, anch’esso vagamente rétro, seppur tecnologico: da una parte si trovano cinghiette di pelle per tirare le portiere e sedili larghi, dall’altra i tasti sono rimpiazzati dal mega display touch, dal quale si gestisce praticamente tutto, dal climatizzatore alle impostazioni dell’auto. Lo spazio a disposizione del passeggero, inoltre, è aumentato, anche grazie al fatto che l'airbag è stato montato sul tetto, mentre il guidatore riesce a trovare la posizione corretta nonostante l’imperdonabile assenza della regolazione del piantone. Uno dei punti di forza della Citroën C4 Cactus resta l’abitabilità: lo spazio a bordo è tanto e non ci sono elementi di disturbo come tunnel o lunotto spiovente. Dietro i vetri sono a compasso, né più né meno che come sulla C1, mentre quelli davanti non hanno automatismi (bisogna tenere premuto il tasto, pure in discesa). Il divano, infine, è monoblocco, quindi non si può viaggiare in tre con un carico che passa dal bagagliaio alla cabina. Non parliamo, poi, d’inclinazione variabile dello schienale: tutte le leve e le regolazioni possibili, diffuse dalle monovolume, qui sono state scartate dal progetto per ridurre il peso. E, in effetti, il gioco funziona: tra la scelta della piattaforma, il cofano di alluminio, l’eliminazione degli alzacristalli posteriori e altre trovate - tra le quali persino la riduzione del liquido lavavetri - la Cactus pesa 200 kg meno di una C4.
Come va. La protagonista della prova è la Citroën C4 Cactus 1.6 e-HDi da 92 CV abbinata al cambio robotizzato a sei marce: un’accoppiata che funziona molto bene nella guida rilassata. Le cambiate sono lente, ma sufficientemente fluide, mentre lo Start&Stop spegne il propulsore prima ancora che ci si fermi, avvicinandosi al semaforo in rilascio, per riaccendersi appena si lascia il freno. Tutto gradevole, come già sperimentato su altre Peugeot/Citroën. Il discorso cambia un po’ se si va di fretta. Il cambio diventa fastidioso e persino usando le levette al volante non si ottengono grandi miglioramenti. In compenso, le andature a velocità costante regalano soddisfazioni sul fronte consumi. Con una guida “sobria” e senza continui kick-down alla ricerca di prestazioni improbabili, la Cactus fa anche i 20 chilometri con un litro. E si rivela una buona compagna pure per i lunghi viaggi autostradali, grazie a un confort di bordo più che soddisfacente e a un’autonomia invidiabile attorno ai 900-1.000 chilometri. Ultima nota positiva: lo spazio per i bagagli non manca e c’è pure (optional) il ruotino di scorta.
In sintesi. Mancava la classica francese sbarazzina e fantasiosa, in grado di reinterpretare l’auto e offrire qualche spunto nuovo. La Citroën C4 Cactus colpisce per la trovata degli airbump, protezioni laterali che ricordano i parabordi nautici, ma è un’auto "seria" e con molte qualità. Spaziosa, ben dotata di tecnologia, capace di assicurare lunghe percorrenze consumando pochi litri di gasolio. Merito anche di un sostanzioso alleggerimento, che però ha comportato qualche rinuncia di troppo: ai vetri posteriori, per esempio, che si aprono solo a compasso, o al volante regolabile in profondità. E persino allo schienale sdoppiato.
Pregi e difetti
CITROEN C4 Cactus
C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
Pregi
Percorrenza. L'1.6 e-HDi beve davvero poco: con il pieno di 50 litri si possono evitare soste alle stazioni di servizio per un migliaio di chilometri.
Protezioni. Se lasciate l'auto per strada e temete i graffi o i piccoli urti, la trovata degli airbump potrebbe fare al caso vostro.
Difetti
Cambio lento. Il robotizzato, con i suoi innesti tutt'altro che rapidi, non convince. Le palette, poi, risultano poco efficaci perché l'elettronica non lascia a lungo in "manuale".
Vetri posteriori. Sono a compasso, proprio come sulla piccola C1: soluzione scelta per risparmiare su peso e costi.
Velocità
Massima
Accelerazione
0-100 km/h
400 da fermo
1 km da fermo
Ripresa
(a min/max carico)
70-120 km/h
1 km DA 70 km/h
Frenata
100 km/h a minimo carico
Percorrenza media e Autonomia
STATALE
AUTOSTRADA
CITTÀ
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
167,753 km/h
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
14,1 s
19,1 s
34,9 s
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
12,9/15,2 s
30,1 s
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
40,3 m
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
21,7 km/l
14,6 km/l
18,3 km/l
LEGENDA
N.P. - Rilevazione non possibile
Posto guida
Plancia e comandi
Strumentazione
Climatizzazione
Visibilità
Finitura
Accessori
Dotazioni di sicurezza/Adas
Abitabilità
Bagagliaio
Confort
Motore
Accelerazione
Ripresa
Cambio
Sterzo
Freni
Consumo
CITROEN C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine Edition
Listino & costi
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Citroën C4 Cactus - La prova della 1.6 e-HDi 90 ETG6 Shine Edition
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