Se l'arrivo di una nuova automobile fa notizia, l'arrivo di una nuova Fiat è un evento. Emerge un legittimo campanilismo, si animano antiche discussioni, si riaccende la passione. E la curiosità prende il sopravvento.

Ecco la "Stilo", allora. Anzi, le "Stilo", giacché dalle parti di Torino, Italia per i più distratti, quello di fare due macchine anziché una sola sta diventando un'abitudine. E così, a dispetto di tutto quello che era stato detto, nel bene e nel male, dell'esperimento "Bravo/Brava", ecco la "Stilo" per la famiglia e la "Stilo" per i single, la "Stilo" per il lavoro e la "Stilo" per il divertimento, la "Stilo" per il turismo e la "Stilo" sportiva.

Le differenze non sono solo nello stile (passateci il bisticcio di parole), ma coinvolgono ogni aspetto di questa Fiat del nuovo secolo, dalla posizione di guida alla configurazione del bagagliaio. Una, quella a cinque porte, è grande, ariosa, soprattutto alta; l'altra, quella a tre porte, è compatta, filante, bassa.

Su una cosa sembrano andare d'accordo: tutt'e due puntano a rinnovare l'immagine della Fiat e a rilanciarla su scala europea. Un'operazione complessa, decisa, probabilmente necessaria. Così, tanto per cominciare, un taglio ai prezzi di lancio, per opporsi all'agguerrita concorrenza francese, tedesca, giapponese, e contenuti di spessore innovativo ragguardevole, che si concretizzano, soprattutto, in una dotazione di sicurezza ineccepibile. Argomenti convincenti, che meritano attenzione.