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Prove su strada

Infiniti Q50

La prova su strada della 2.2d Sport

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Non sentitevi in dovere d’immaginare cose strane: sull'Infiniti Q50 2.2d Sport in prova, la rivoluzione ha il volto tranquillizzante e familiare di un bel volante a tre razze, identico a quelli che avete sempre visto. La differenza sta nel modo in cui questo volante trasferisce le richieste alla scatola dello sterzo: con un moderno sistema drive-by-wire, fatto di sensori che interpretano gli ordini delle vostre mani e motori elettrici che impartiscono il reale movimento alle ruote. Per il resto siamo di fronte a una vettura molto classica. Il lusso è evidente un po' dappertutto e il prezzo è di conseguenza: 43.000 euro abbondanti, che salgono a quasi 56.000 con gli optional di questa prova. Né più né meno quanto si spenderebbe per una concorrente di pura razza europea.

Com'è fatta. Le aspirazioni da upper class dell'Infiniti Q50 2.2d Sport, nell'abitacolosono evidenti da subito: buoni materiali, una certa cura generale e alcuni dettagli di lussuosa originalità, come i paddle del cambio di magnesio o la presenza di ben due touchscreen sulla console, con un comodo sistema di app che rende quello inferiore non molto diverso da un classico tablet: mille funzioni, dalle utili alle divertenti, ma sempre ampiamente personalizzabili. Più difficile, invece, entrare in sintonia con gli altrettanto numerosi dispositivi elettronici dedicati alla guida, con il rischio di ritrovarsi spesso a scartabellare il libretto d’uso e manutenzione. Dispositivi sulla cui utilità, per altro, non si discute, come l’Active Lane Control: la Q50 "aggancia" le linee bianche e le segue fedelmente, rimanendo ben al centro della corsia. E continua a farlo anche nel caso di curve blande, che vengono percorse senza che il volante si muova. Se si aggiunge il regolatore attivo della velocità e il dispositivo anticollisione, il pilota si ritrova a vivere un’anticipazione di quella guida autonoma che ormai non è così lontana.

Come va. Tanta modernità si scontra con alcuni dettagli di quella parte meccanica che, invece, si potrebbe dare per assodata: il motore, di origine Mercedes-Benz, lo abbiamo provato con soddisfazione su mille modelli con la Stella, ma qui ha una rumorosità troppo marcata a tutti i regimi e, al minimo, dispensa una quantità di vibrazioni fuori luogo su un’auto di questo lignaggio. Viene in soccorso il sistema attivo di cancellazione del rumore, che però riesce a contrastare i decibel solo alle velocità costanti, quando le variazioni di giri (e quindi di rumore) sono ridotte. E lo sterzo? Tanto per cominciare, gli impegni presi sulla carta sono stati onorati tutti: il Das azzera il ritardo (tipico dei comandi tradizionali) tra quando si gira il volante e il reale spostamento delle ruote, non ha reazioni sul volante se si passa sulle buche e fornisce possibilità di settaggio davvero sartoriali. La promessa di poter variare le caratteristiche dello sterzo la fanno in tanti, ma di solito si può solo modificare la "pesantezza" del volante. Qui è il pilota a decidere e, fino alla posizione intermedia, l'Infiniti Q50 mette a disposizione ciò che si trova su molte berline sportiveggianti. Quando si passa al settaggio più sportivo, invece, l’impressione è di avere a che fare con il volante di una supercar: basta sfiorare la corona per sentire il movimento sul corpo vettura e la precisione è totale. Persino eccessiva, per un guidatore medio, che avrà bisogno di un minimo di apprendistato, specie nei riallineamenti. Il feedback rispetto a ciò che arriva dalla strada è talvolta perfettibile e il Das meriterebbe di lavorare in coppia con un retrotreno più saldo. Ciò non toglie, in ogni caso, che il futuro è tracciato.

In sintesi. Per arrivare ai risultati di cui vi abbiamo parlato, pare che i tecnici giapponesi abbiano impiegato dieci anni, niente meno, ma alla fine possono essere soddisfatti. I frutti del loro lungo lavoro non possono essere certo messi in discussione dalla perfettibilità di alcune qualità del nuovo sterzo. L'impegno profuso in questo senso, però, avrebbe meritato di accompagnarsi a un cambio automatico più moderno e a una maggiore cura nell’insonorizzazione del motore. “Dettagli” che mal si accordano con l'Infiniti Q50 2.2d Sport che, a prescindere da come unisce il volante alle ruote, è la classica berlinona di sapore marcatamente giapponese, capace di piacere anche agli europei.

Pregi e difetti

LEGENDA
  • N.P. - Rilevazione non possibile
 

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