Con la sua prima elettrica prodotta in serie, la
Enyaq iV, la
Skoda ha dato il meglio di sé: design, spazio a bordo e confort sono da ammiraglia, pur con dimensioni più contenute di una Kodiaq o un'Octavia Wagon. E il powertrain è piuttosto efficiente: con una carica, in città si percorrono quasi 470 chilometri. La Suv basata sulla piattaforma Meb (comune alle Audi Q4 e-tron, VW ID.3 e ID.4), è offerta con tre diverse taglie di batteria e potenza: 55 kWh e motore da 148 CV, 62 kWh e 179 CV e infine 82 kWh e 204 CV. Innanzitutto, il design: decisamente riuscito. La “Crystal face”, firma sul frontale che si esibisce pure in coreografie luminose quando apri e chiudi l'auto, sottolinea l'ingresso della Skoda nel futuro, quello elettrico. Il primo, positivo impatto è enfatizzato proprio da alcuni elementi opzionali che catturano subito l'attenzione, come le ruote da 21” pollici. Dentro, l'ambiente è ancora più d'impatto, grazie al Design selection: sette soluzioni preconfigurate per gli interni, che miscelano colori e materiali per la selleria, la plancia, gli inserti, i tappetini e le luci d'ambiente. Dietro l'apparenza c'è anche tanta sostanza, un bene comune a tutte le Enyaq e, più in generale, alle Skoda. Esempio: il piccolo vano alla sinistra del volante, sotto la plancetta luci, si apre con un tasto, lo sportellino si schiude lentamente e l'interno è rivestito di moquette, in modo che gli oggetti riposti non creino rumore. Oltre ai cavalli di battaglia, quali l'ombrello infilato nel pannello portiera o il raschietto per il ghiaccio, il cavo di ricarica prevede una sorta di spugna con cui avvolgerlo e ripulirlo per bene prima di riporlo nel baule, nel caso fosse stato appoggiato su un terreno bagnato. Il passo di questa sport utility è piuttosto esteso (277 cm) e di riflesso la zona posteriore ariosa, con oltre 30 centimetri a disposizione delle gambe. Più in generale, l'abitacolo è ampio quanto basta per viaggiare comodi anche in cinque con bagagli al seguito, grazie a un baule da 486 litri.
Come va. L'accumulatore che abbiamo provato è il più capace. Il fatto che sia una "tuttodietro" (motore e trazione sono posteriori) favorisce la manovrabilità nello stretto, grazie a un contenuto diametro di volta. In mezzo al traffico si riesce poi ad avere sempre la situazione sotto controllo, perché i montanti sottili non ostruiscono nelle svolte e la vetratura è ampia. In città, si apprezza l'assoluta indifferenza della Enyaq nei confronti dei cambi d'asfalto. Che sia un pavé, un lastricato o si attraversino le rotaie del tram, le sospensioni restano pressoché impassibili: l'assorbimento è notevole. Nella guida tutta stop&go delle aree cittadine, la Enyaq, come del resto tutte le elettriche, offre il meglio di sé: quello che spendi in un'accelerazione al semaforo, lo riguadagni in buona parte in prossimità dello stop successivo, quando devi frenare. Il livello di rigenerazione, tra l'altro, può essere aumentato con la posizione B del selettore. Oppure si può lasciare fare in automatico: grazie al navigatore che prevede svolte o rotatorie e al radar che rileva le vetture che precedono, il sistema decide in autonomia l'intensità del regen, sebbene non si arrivi mai a un vero e proprio one pedal drive. Fuori città, si apprezzano ancor più le doti di confort: la silenziosità resta elevata anche a velocità sostenute e le sospensioni assorbono che è un piacere. Certo, il rovescio della medaglia è rappresentato da un rollio abbastanza evidente in curva, ma mai tale da infastidire il comportamento, sempre omogeneo e sicuro anche nelle condizioni più critiche.
Pregi. Confort elevato. Finiture di pregio, con attenzione ai dettagli.
Difetti. Lo sterzo ha calibrazione piuttosto turistica, con un feedback migliorabile.