Premessa: la chiamiamo Vitara elettrica decifrando a modo nostro alcuni indizi e confidando che la Suzuki, nel cambio di paradigma imposto dalla transizione, non voglia sciogliere i legami col suo passato. Soprattutto con un modello dai risultati di vendita lusinghieri. Detto ciò, la solfa non cambia: la Casa di Hamamatsu lancerà nel 2025 la sua prima elettrica, che sarà una compatta a ruote alte proprio come l’attuale B-Suv ibrida. Nascerà da un progetto a quattro mani con la Toyota, che sulla stessa base realizzerà un modello analogo, pronto per essere presentato nei prossimi mesi per poi giungere in concessionaria sul finire del 2024 o poco dopo San Silvestro. Quanto alla Suzuki, entro quest’anno riusciremo a scoprire com’è: fatta e finita. Ed è possibile che l'auto vada in prevendita già prima di dicembre.
Fatta in India. Intanto, il look della Vitara elettrica (sempre che decidano di chiamarla così) ve lo anticipiamo noi, attraverso le nostre ricostruzioni grafiche esclusive. Che muovono le premesse, com’è naturale, dalla concept eVX presentata dalla Suzuki nel 2023 all’Auto Expo di Nuova Delhi: location non certo casuale, visto che, stando alle indiscrezioni, questa B-Suv a batteria verrà assemblata negli stabilimenti della Maruti. Non da sola, ma insieme con la “cugina” Toyota, che per entrambe andrà a pescare la piattaforma dal patrimonio tecnico già esistente nel gruppo: ovvero, la base e-Tnga già introdotta sulla prima elettrica del marchio delle tre ellissi, la bZ4X. Ovviamente in versione accorciata, dal momento che dovrà dar vita a modelli di dimensioni compatte. Tornando all’identikit tracciato dalla eVX, la Bev di Suzuki dovrebbe aggirarsi intorno ai 4,3 metri di lunghezza, per 1,8 di larghezza e 1,6 di altezza, occupando più o meno lo spazio di una S-Cross.
Tutta un'altra faccia. Pure la futura Toyota è stata prefigurata da un prototipo, denominato Urban Suv, che messo idealmente a fianco della eVX tradisce non poche similitudini: per dirne una, la fiancata muscolosa, con spalle e parafanghi in bella evidenza e una corposa corazza di plastica a proteggere i lamierati dai colpi bassi. Andando verso la zona posteriore, invece, un lunotto inclinato e uno spoiler piuttosto pronunciato danno slancio al profilo. Si arriva così alla coda, dominata da una firma luminosa a tutta larghezza che, ovviamente, differenzia le due giapponesi nei “giochi di luce” interni. Lo stacco maggiore, però, è nel frontale, per la Suzuki molto più chiuso e “pulito” nel design rispetto a quello esibito dai modelli attuali del brand. Tuttavia, nell’insieme, non mancheranno echi al linguaggio stilistico tipico delle fuoristrada – pur su un modello a vocazione cittadina –, in totale coerenza con la tradizione del marchio.
Integrale per definizione. Alla tradizione, come detto, potrebbe ricollegarsi anche il nome della futura Suzuki. Volendo improvvisarci crittologi, potremmo leggere nella sigla eVX del prototipo diversi richiami: in primis all’elettrico, con la “e” iniziale, ma anche alla Vitara (paragonabile per posizionamento), in quella “V” centrale, e infine al 4x4 – da sempre marchio di fabbrica della Casa di Hamamatsu – nella “X” terminale. D’altronde, alla presentazione della concept, che montava batterie da 60 kWh (per un'autonomia di 550 km nel ciclo di omologazione indiano, paragonabili a circa 400 del Wltp), la Casa aveva confermato la presenza della trazione integrale. Senza però fornire indicazioni sulla potenza dei motori, né sulle prestazioni.
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