Con un tavola rotonda ricca di ospiti di prestigio, la Lamborghini ha chiuso le celebrazioni dedicate ai 50 anni della Countach. Una serie di iniziative che, peraltro, ha annoverato la ricostruzione del primo prototipo, la LP 500, e il lancio della reinterpretazione moderna del modello, la Countach LPI 800-4, destinata a una produzione limitata di 112 esemplari.
Design iconico. Del resto, “ci sono opere d’arte che rimangono sempre attuali, e la forma della Countach è una di quelle”, ha affermato Mitja Borkert, capo del design della Casa di Sant’Agata Bolognese. “Il suo tratto distintivo è dettato da un’unica linea longitudinale, che collega visivamente la sua parte frontale con quella posteriore”, ha poi aggiunto il designer parlando del capolavoro di Marcello Gandini. Il quale, tuttavia, non ha gradito la riedizione della sua creatura. “È un’ispirazione perfetta, poiché, anche modificando il resto, si configura come elemento di continuità visiva tra passato e presente. È la somma degli elementi di design del dna Lamborghini, la tradizione del linguaggio stilistico dalle origini ai giorni nostri” ha detto ancora Borkert.
Lamborghini: Stephen Bayley, esperto di architettura e design, spiega cos'è un classico
Un classico. Durante l'incontro, presentato da Stephan Winkelmann, chairman e ceo della Lamborghini, è intervenuto anche l’intellettuale Stephen Bayley, esperto di architettura e design nonché fondatore del Museo del Design di Londra, che ha delineato il concetto di classico, parlando di “qualcosa di definitivo e universale, dove per definitivo intendiamo un concetto che va oltre il defluire del tempo e universale significa che piace a tutti”, la cui forma “difficilmente può essere migliorata, ma alcuni dettagli possono essere sviluppabili, mantenendo inalterato il concetto di base". "Questo - ha poi aggiunto il critico britannico - penso mentre guardo le due Lamborghini Countach vicine: la LP 500 del 1971 e l’ultimissima Countach LPI 800-4”. In effetti, la stessa Casa dichiara che gran parte degli esemplari della riedizione moderna finirà nella collezione di chi già possiede il modello originale.
L’acclamata ricostruzione. Quanto all’originaria concept, “la ricostruzione della prima Countach ha richiesto 25 mila ore di lavoro e studio e ha visto coinvolti tutti i dipartimenti aziendali”, ha ricordato Federico Foschini, a capo del settore marketing e vendite della Casa, che comprende anche il Polo Storico Lamborghini. “Abbiamo voluto ricreare il prototipo LP 500 presentato al Salone di Ginevra del 1971, lo stesso che dopo anni di test su strada andò distrutto nelle prove di crash necessarie a ottenere l’omologazione. In pochi la videro dal vivo, ma tutti se ne innamorarono dalle foto. L’attenzione e il successo che abbiamo ottenuto quando abbiamo presentato questa ricostruzione è stato un chiaro e ulteriore segnale di come questa vettura rappresenti ormai un mito”.

Dal classico al moderno. Al modello del 1971 rende oggi omaggio la nuova LPI 800-4, che lo reinterpreta e attualizza. “La ricetta tecnica della LP 500, con il suo motore V12 in posizione longitudinale posteriore e il cambio posizionato davanti a ridosso dell’abitacolo, ha portato a un nuovo modo di immaginare le vetture supersportive sia nelle loro forme sia nelle loro prestazioni”, ha spiegato Maurizio Reggiani, chief technical officer Lamborghini e membro del comitato dei saggi del Polo Storico. “Le porte con l’apertura verticale, debuttate proprio sulla LP 500, e il layout meccanico sono rimasti invariati a conferma della scelta originale. La Countach LPI 800-4 aggiunge la tecnologia moderna, fatta di materiali compositi, una migliorata ricerca aerodinamica, un motore 12 cilindri ibrido dotato del supercapacitor (e derivato da quello della Sián, ndr) e le quattro ruote motrici. Tutti elementi che non hanno modificato lo spirito straordinario della Countach originale”.
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